Medici di guardia, il Tar Campania
dà ancora torto all'Asl di Avellino

Medici di guardia, il Tar Campania dà ancora torto all'Asl di Avellino
di Antonello Plati
Giovedì 23 Maggio 2019, 12:00
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L'Asl di Avellino non poteva ridurre l'organico dei medici di guardia: i tagli sono illegittimi. Lo hanno stabilito i giudici del Tar di Salerno accogliendo un ricorso presentato da 13 camici bianchi impegnati nel servizio di continuità assistenziale in altrettanti comuni della provincia. Dunque, a una settimana dall'altra sentenza gemella emessa su istanza di altri 7 colleghi (che contestavano, in particolare, la riduzione da 11 a 8 unità nella sede del capoluogo), i magistrati ribadiscono la posizione e obbligano l'ente di via Degli Imbimbo (che potrebbe comunque appellarsi al Consiglio di Stato) al reintegro del personale considerato in esubero.
 
C'erano stati più di 20 tagli: adesso, l'organico dovrà essere riportato in quota ristabilendo il rapporto ottimale che, come previsto sia dall'Accordo collettivo nazionale sia dalla Regione, è di 1 medico ogni 5mila abitanti nelle zone non disagiate e di 1 ogni 1500 in quelle disagiate. «Queste due sentenze commenta Francesco Sellitto, presidente dell'Ordine dei medici di Avellino sanciscono innanzitutto che i principi di legalità e trasparenza sono imprescindibili nell'azione amministrativa. A maggior ragione, in ambito sanitario». Inoltre, prosegue Sellitto, «le pronunce devono essere da stimolo all'Asl per una convocazione immediata degli organi sindacali di categoria utile a risolvere i problemi del servizio di continuità assistenziale». Che non riguardano soltanto il numero di medici. Come sottolinea ancora il presidente: «C'è da affrontare l'annosa questione della sicurezza nei luoghi di lavoro: è inconcepibile che nei posti di guardia dislocati nei comuni dell'Irpinia sia presente una sola unità che nelle ore notturne è esposta a rischi enormi». Quindi la richiesta: «Chiediamo che le sedi siano più centrali e munite di guardiania». Insomma, osserva Sellitto, «c'è bisogno di una programmazione che tenga conto di diversi fattori che fino a questo sono stati del tutto ignorati». Il riferimento del presidente è anche alle cosiddette zone carenti che l'Asl non ha mai presentato alla Regione per ottenere nuove assunzioni: «A quanto pare non solo c'è carenza di personale ma anche di idee e di contenuti», conclude Sellitto. Nel merito del dispositivo, il Tar ha riaffermato l'illegittimità della comunicazione con la quale il direttore del personale non strutturato, Alessandro Alifano, ha informato della riduzione del numero dei medici: la nota, secondo i giudici, è priva degli elementi formali di un provvedimento amministrativo né è stata mai pubblicata dall'Asl. «Il Tribunale amministrativo, accogliendo le censure prospettate, ha evidenziato l'illegittimità della decisione assunta dall'Asl di Avellino evidenziando che la motivazione del provvedimento amministrativo e gli altri elementi formali di tale atto giuridico non può essere totalmente annichilita, sì da rendere totalmente incomprensibile, ai destinatari dell'atto, alla collettività e al giudice, quali sono i presupposti normativi e fattuali che sono a fondamento della scelta operata dall'amministrazione», spiegano gli avvocati Giovanni Colacurcio e Loredana De Risi che hanno difeso i medici ricorrenti Maria Iolanda Barbarisi, Filomeno Caruso, Palmira Cioppa, Giuliana Cocozza, Lina Coppola, Assunta De Masi, Silvia De Masi, Iolanda De Vito, Maria Esposito, Caterina Galeotalanza, Giuseppe La Sala, Maria Menna, Antonella Ranaudo e Clara Troiano. «I quali osservano i legali - hanno, dunque, visto pienamente accolte le proprie ragioni avendo il Tar ritenuto fondate le doglianze concernenti il difetto di motivazione, di trasparenza, di pubblicità, di istruttoria, di contraddittorietà tra atti, formulate a carico dell'Azienda sanitaria. Si tratta, inoltre, di una decisione particolarmente importante per la stessa utenza che ha visto, a seguito delle illegittime decisioni assunte, ridurre la presenza della guardia medica in alcuni comuni».
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