Metro leggera ad Avellino, un altro stop: «Fili elettrici non protetti»

Va adeguato il sistema di protezione

Lo stazionamento dei filobus
Lo stazionamento dei filobus
di Rossella Fierro
Mercoledì 25 Gennaio 2023, 10:04
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Metropolitana leggera ferma letteralmente al palo. La messa in esercizio del sistema di trasporto a basso impatto ambientale slitta per l'ennesima volta.
I cittadini di Avellino non saliranno a bordo della metro prima di metà febbraio. Ultimo ostacolo sul percorso tortuoso, costellato non solo dagli odiosi pali disseminati in città ma anche da mille intoppi tecnici, il mancato adeguamento del sistema di Protezione Linee Elettriche Filoviarie. Conditio sine qua non per ottenere il nulla osta per l'apertura al pubblico da parte dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali.

E il Comune corre ai ripari, dopo che l'Air, dal canto suo, ha fatto sapere di aver ultimato la fase di pre-esercizio, durata 27 giorni, con esito positivo per quanto di sua competenza e di aver sospeso deciso di sospendere l'attività per evitare sprechi di denaro pubblico.

Tocca al Comune, adesso, mettere mano all'adeguamento del sistema di sicurezza necessario a bloccare l'energia elettrica in caso di rottura dei cavi di alimentazione dei mezzi. Richiesta che l'ente preposto al via libera definitivo ha formulato lo scorso 18 gennaio.

«Gli uffici hanno immediatamente contattato la società che deve procedere al perfezionamento dell'impianto di sicurezza in modo da poter rassicurare Ansfisa, rispetto a questo passaggio, nel minor tempo possibile. Si tratta di verificare, ed eventualmente adeguare, il sistema che assicura l'interruzione della corrente elettrica in caso di distacco dei cavi che, avendo una loro flessibilità ed essendo esposti alle intemperie, potrebbero subire danneggiamenti nel corso del tempo - spiega l'assessore Emma Buondonno, delegata a urbanistica e mobilità - Qualora questo dovesse accadere, grazie al sistema Plf, si interromperebbe immediatamente il passaggio della corrente elettrica a garanzia di passanti e automobilisti che potrebbero trovarsi lungo il percorso interessato dall'eventuale caduta del cavo. Ovviamente ogni misura di sicurezza è necessaria, oltre che obbligatoria per legge, ma quello che è fondamentale è la manutenzione dell'infrastruttura e dello stesso sistema di sicurezza che, infatti, deve essere adeguato periodicamente».

Una verifica periodica, propria dei sistemi meccanici che richiedono interventi manutentivi costanti, che, però, comporterà il blocco del servizio di trasporto. Ma, anche su questo, l'amministrazione rassicura: «Stiamo lavorando per acquisire, grazie ai nuovi finanziamenti, bus elettrici che, progressivamente, sostituiranno i filobus, che useremo come servizio sostitutivo quando la metro dovrà fermarsi per il poco tempo necessario agli interventi di manutenzione e verifica», aggiunge Buondonno.

Un dato che, inevitabilmente, porta alla riflessione più scontata e cioè sulla reale utilità di mettere in servizio un'opera, vecchia di venti anni e costata alla comunità oltre 25 milioni di euro, obsoleta e destinata ad essere superata, nel giro di pochi anni, da un sistema di trasporto a minor impatto ambientale fatto di bus elettrici o ad idrogeno. «Noi abbiamo l'obbligo di mettere in funzione il sistema, ereditato dal passato, che ora dobbiamo far camminare per evitare di penalizzare finanziariamente la città», è il commento dell'assessore. Eppure, a luglio, quando il primo mezzo euro 5 fu agganciato alla rete elettrica, in favore di telecamere e giornalisti, per partire da Piazzetta Cavour in direzione Mercogliano, tutto sembrava far sperare che nel giro di pochi giorni Avellino avrebbe scritto la parola fine ad una delle sue incompiute. Così non è stato. E le varie scadenze date nel corso dei mesi sono tutte puntualmente saltate per svariati motivi. Prima per il malfunzionamento della quasi totalità dei mezzi rimasti fermi in deposito per anni, poi per la lentezza dell'intervento di potatura dei rami degli alberi disseminati lungo il percorso della metro, infine per le necessarie verifiche alla sottostazione.

L'ultima, quella di gennaio, saltata per la richiesta di Ansfisa al Comune, arrivata in sede di ricognizione dell'iter di messa in esercizio dell'infrastruttura, di adeguamento del sistema di sicurezza necessario al monitoraggio continuo dell'integrità fisica del filo di contatto della linea aerea. Un ulteriore passaggio che, il condizionale in questo caso è davvero d'obbligo, dovrebbe permettere alla metropolitana leggera di entrare in servizio definitivo ad entro le prime settimane di febbraio.

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