È stato condannato a cinque anni e sei mesi, l'ex bancario Giovanni Colarusso. La procura di Benevento, rappresentata dal viceprocuratore onorario Angela Sorvillo, aveva invocato sei anni di reclusione per il 75enne di Mirabella Eclano, accusato di truffa aggravata e continuata ed esercizio abusivo esercizio di attività finanziaria. L'imputato difeso dall'avvocato Luigi Marino - è stato condannato anche al risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, in favore delle parti civili, ed una provvisionale complessiva di 100 mila euro alle stesse, nonché all'interdizione dai pubblici uffici e dall'esercizio della professione. Ad emettere la sentenza di primo grado, il giudice Daniela Fallarino del tribunale di Benevento.
Determinanti le discussioni delle parti civili e la richiesta di condanna invocata dagli avvocati Cinzia Capone e Angelo Leone. Questi ultimi hanno insistito per la dichiarazione di responsabilità dell'imputato. Questo l'epilogo della vicenda processuale in primo grado per l'uomo che ha costruito la sua ricchezza sui risparmi altrui. L' indagine avrebbe permesso di stabilire che, Colarusso - approfittando del proprio passato professionale, con la promessa di investimenti e guadagni considerevoli, fingendosi promotore finanziario - per anni avrebbe convinto più persone a farsi consegnare i propri risparmi. Avrebbe ottenuto dalle sue vittime oltre 1 milione di euro, senza più restituirli. Secondo gli inquirenti, il modus operandi messo in atto era sempre lo stesso: dopo averne carpito la fiducia dei risparmiatori, li convinceva a farsi consegnare i risparmi. Ottenuta la cifra da investire, avrebbe consegnato documentazione su carta intestata apparentemente riconducibile all'istituto di credito abusivamente coinvolto nell'affare.
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La vittima, confidando nel rapporto di amicizia, in qualche caso anche di parentela con il falso promotore finanziario, nonché rassicurata dalla documentazione cartacea ricevuta, non avrebbe avuto dubbi fino a quando si presentava l'esigenza di liquidità e veniva avanzata la richiesta di disinvestimento. A quel punto Colarusso avrebbe temporeggiato e accampato scuse, suggerendo ai malcapitati di evitare denunce altrimenti i tempi si sarebbero ulteriormente dilatati. L'uomo è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari il 4 giugno scorso, quando i carabinieri della stazione di Dentecane, coordinati dalla Procura della Repubblica di Benevento, hanno dato esecuzione ad un'ordinanza emessa dall'Ufficio gip del Tribunale di Benevento nei suoi confronti in quanto ritenuto responsabile di truffa aggravata e continuata e di abusivo esercizio di attività finanziaria.
Dalle indagini eseguite dopo le prime denunce presentate nei confronti dalle vittime è emerso che in realtà lui si era improvvisato promotore finanziario e aveva convinto numerose vittime ad affidarli il proprio denaro, senza aver gli strumenti per farlo. Le truffe andavano avanti per anni. La vittima era convinta che i soldi stessero in una botte di ferro, ma in realtà così non era. I primi dubbi iniziavano a sorgere quando per qualche intoppo o per far fronte a dei problemi chiedevano i soldi investiti in anticipo. È a quel punto che il castello di sabbia iniziava cedere. Colarusso iniziava a crollare, insieme alle sue menzogne. Quando le vittime chiedevano di disinvestire le somme e di avere indietro il denaro, il 75enne cercava di prendere tempo, inventava scuse. Tentava ancora di tenerli in scacco. A quel punto le denunce si sono susseguite e sono scattate le indagini, inizialmente coordinate dal procuratore di Benevento dell'epoca Aldo Policastro. Soddisfatto l'avvocato Cinzia Capone per la condanna inflitta a Giovanni Colarusso arrivata dopo «un'istruttoria durata meno di un anno. Il tribunale penale di Benevento ha scandito il passaggio finale con la condanna a cinque anni e sei mesi di reclusione, l'interdizione dai pubblici uffici e la provvisionale 100mila euro a favore delle vittime e il risarcimento dei danni. Ora possiamo dire che giustizia è fatta».