Montevergine, caccia ai tre ladri
degli ori santi: controlli sui presenti

Montevergine, caccia ai tre ladri degli ori santi: controlli sui presenti
di Gianni Colucci
Mercoledì 18 Dicembre 2019, 09:15 - Ultimo agg. 11:39
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Almeno tre persone hanno operato per svuotare la teca di oggetti preziosi: pietre e collane, torchon d'oro. Hanno invece lasciato al proprio posto il diadema di bronzo dorato che storicamente era poggiato sul capo della Madonna, dono dei Borbone. Un oggetto ingombrante, di scarso valore intrinsecamente e praticamente impossibile da vendere. Quindi i malviventi hanno agito sapendo bene quel che stavano facendo.

Un furto su commissione? Un furto guidato da un suggeritore interno? È quello che i carabinieri del comando provinciale sotto il coordinamento del comandante Massimo Cagnazzo, stanno cercando di scoprire.

Un'inchiesta è stata aperta dalla procura, si stanno verificando in particolare i filmati del circuito di sorveglianza.

Il punto abbastanza chiaro è che il furto sia avvenuto in un momento di apertura del museo. Probabilmente nelle prime ore della mattina, quando non c'era ancora un'affluenza massiccia. Sono stati i custodi a lanciare l'allarme anche se le richieste di aiuto sono partite con un certo ritardo rispetto a quando i malviventi sono entrati in azione, domenica pomeriggio non era ancora stata completato l'inventario del materiale che mancava.

I circuiti di video sorveglianza sono stati subito controllati dagli specialisti che hanno provveduto a registrare ogni movimento che possa essere utile alle indagini.

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Cosa sia stato registrato dalle telecamere non è ancora dato di sapere. Tuttavia potrebbero esserci volti, anche se travisati, che facilmente poterebbero condurre all'identificazione dei ladri.

Sono state raccolte testimonianze anche di monaci benedettini che erano in chiesa e nell'atrio e di alcuni venditori ambulanti presenti sul parziale insieme ai parcheggiatori, nei momenti che sono presumibilmente coincidenti con il furto.

Sono state centinaia le telefonate in sacrestia quelle che si sono susseguite da domenica, quando si è diffusa la notizia. Si tratta di fedeli che chiedono di sapere se anche il quadro sia stato danneggiato, se potranno avere di nuovo il volto della Madonna delle fattezze familiari: monili e corone d'oro che incorniciano il volto scuro.

C'è molta confusione anche rispetto a quali e quanti oggetti siano stati trafugati. Se sia stata portata via la corona che tradizionalmente si trova sul capo della Madonna, oppure se si tratta soltanto di una riproduzione, o degli oggetti di minor valore non utilizzati per adornare la tavola lignea.

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Torna anche l'interrogativo sul diadema prezioso, di diversi chilo, tutto in oro massiccio, che viene posto nel giorno della festa solenne di settembre sulla tavola issata sull'altare.

È il mitico diadema che venne trafugato e poi salvato fortunosamente, con tanto di spari in chiesa? C'è invece chi ritiene che ogni oggetto prezioso frutto della devozione, segno di una fede straordinaria nella Madonna di Montevergine, sia al proprio posto Custodito in un caveau del santuario, qualcuno dice addirittura negli appartamenti dell'abate o del vicario. Insomma in una zona remota, inaccessibile, sotto chiave e sopratutto sotto sorveglianza di telecamere e antifurto sofisticati.

Quando torneranno visibili i più preziosi degli oggetti donati dai fedeli? Dopo questo episodio evidentemente l'abate Guariglia sarà molto più restio a mostrare nuovamente in pubblico quelle testimonianze di fede e amore per la Madonna.

Altri tesori - anche di più cospicue dimensioni - sono però visibili nelle cattedrali italiane, a cominciare dal tesoro di San Gennaro. Nel cuore di Napoli si può guadare da vicino il vasto apparato di pezzi d'arte di gran valore donati al Santo. Una mostra simile era pensata anche per il santuario di Montevergine, ma il furto dell'altro giorno rimette in discussione ogni cosa.

Bisognerà superare lo choc prima di rivedere il diadema della Madonna sul capo venerato.

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