Un anno di cassa alla Novolegno:
sullo sfondo la reindustrializzazione

Un anno di cassa alla Novolegno: sullo sfondo la reindustrializzazione
di Luigi Pisano
Mercoledì 1 Maggio 2019, 18:00
3 Minuti di Lettura
Semaforo verde, per la cassa integrazione. Un primo passaggio è stato fatto sul fronte Novolegno, la fabbrica che il gruppo Fantoni vuole cancellare dal panorama industriale irpino.

Nel corso dell'incontro in Regione, tra la holding friulana, i sindacati di categoria e le Rsu aziendali, è stata ottenuta la procedura di cassa integrazione straordinaria. L'accordo è stato fatto, ora non resta che ratificarlo a Roma, al Ministero dello Sviluppo Economico, entro il 15 maggio, quindi, a questo punto, bisogna giocoforza attendere la nuova convocazione, la terza finora nel corso della vertenza, da parte del Mise.

Dopo quella data, i 117 dipendenti potranno far leva ufficialmente sugli ammortizzatori sociali, ma ora è opportuno sfruttare appieno questi dodici mesi di tempo a disposizione anche per individuare un possibile acquirente per la fabbrica specializzata nella produzione di pannelli mdf.
 
Un incontro che si è svolto al Centro Direzionale di Napoli e a discutere del futuro dello stabilimento di Arcella di Montefredane c'erano, oltre alle organizzazioni sindacali, il consigliere di amministrazione della società con sede ad Osoppo, Giorgio Barzazi, e Confindustria.

«Un anno di respiro afferma Toni Di Capua, della Fillea Cgil che sarà molto utile per cercare di capire a fondo il futuro dello stabilimento che da quasi quarant'anni è presente sul territorio irpino. Dodici mesi di tempo, però, per valutare bene anche la possibilità di poter dialogare in maniera concreta con un imprenditore interessato alla fabbrica di Arcella di Montefredane; una azienda che, per giunta, si trova comunque in una zona decisamente strategica».

Dunque, un anno di cassa integrazione, per bloccare i licenziamenti e per individuare, ovviamente con la collaborazione ed il supporto della Regione, un nuovo imprenditore.

Già nel corso dello scorso tavolo che si è svolto al Mise, tra i sindacati di categoria, il Gruppo Fantoni, il sindaco di Montefredane, la Regione e Confindustria, la holding friulana aveva accettato la proposta fatta dal vice capo di gabinetto del ministro Di Maio, Giorgio Sorial. E oggi, in Regione, è iniziata l'intera procedura.

Una boccata di ossigeno per i lavoratori, ma ora è opportuno trovare in fretta una strategia per rendere più appetibile la Novolegno da un punto di vista industriale.

L'unica linea di produzione, la Novoxil, è ferma e in fabbrica si stanno effettuando soltanto lavori minori, tra carico e scarico di materiale e trasporto degli ultimi pannelli prodotti. Si parla di riconversione, ma il gruppo Fantoni, attraverso una postilla, ha sottolineato di non voler cedere la fabbrica a chi farà lo stesso prodotto della holding friulana. «Questo è un piccolo passo in avanti dice Angelo D'Onofrio, Ugl, dipendente della Novolegno nonché Rsu aziendale. Al termine dell'incontro in Regione è emerso qualcosa di positivo, con la speranza, però, che in questi dodici mesi si faccia avanti un imprenditore realmente interessato alla Novolegno, per fare qualche riconversione».

E ancora: «E' uno stabilimento molto grosso, ma c'è una clausola, ovvero la società con sede ad Osoppo non cederà l'attività ad un concorrente diretto. Ora bisogna puntare sulla reindustrializzazione, insomma».

Non è il caso di fare i salti di gioia, ma per i lavoratori della fabbrica di Arcella di Montefredane questi dodici mesi di cassa integrazione rappresentano un esiguo traguardo da cui provare a ripartire.

«Per quanto riguarda la cassa integrazione dice Giovanni Lo Russo, della Filca Cisl dobbiamo solo aspettare la convocazione al Mise. In questi dodici mesi, però, bisogna lavorare per assicurare la permanenza di questa azienda nel panorama industriale irpino, quindi, occorre valutare come si deve l'eventuale interessamento da parte di un nuovo acquirente.

Il consigliere di amministrazione del gruppo Fantoni, Giorgio Barzazi, ha detto in Regione di aver rispettato l'intera la procedura. Non si tratta di una vittoria, per quanto riguarda le maestranze. Non è un altro anno di agonia, ma di speranza sì. A breve, ci ritroveremo di nuovo al Mise: in un anno tutto può succedere e la proprietà, in dodici mesi, potrebbe anche fare marcia indietro».
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