Sequestrati di nuovo i libri antichi,
l'ira di Zecchino: «È tutto assurdo»

Sequestrati di nuovo i libri antichi, l'ira di Zecchino: «È tutto assurdo»
di Vincenzo Grasso
Mercoledì 1 Maggio 2019, 18:00
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I libri sequestrati e poi dissequestrati sono rimasti pochi minuti a casa Zecchino, la Procura glieli prende nuovamente. Gli stessi carabinieri che glieli hanno restituiti, se li sono riportati a Roma.

Una giornata davvero particolare per l'ex Ministro della Ricerca Scientifica. I Carabinieri del Comando Tutela del Patrimonio Culturale gli hanno notificato il provvedimento del Tribunale del Riesame di Benevento il quale gli venivano restituiti i 27 volumi, precedentemente sequestrati, perché considerati compatibilmente provenienti e trafugati da altre biblioteche. Tra cui quella comunale «Pasquale Stanislao Mancini».

A seguito di quel sequestro di libri l'ex Ministro era stato iscritto nel registro degli indagati per ricettazione e riciclaggio. Quando Zecchino, dunque, ha letto il provvedimento di dissequestro dei libri e ha potuto materialmente verificare che erano stati riconsegnati tutti e 27 , ha immaginato che potesse considerarsi conclusa la vicenda giudiziaria in cui era incappato. Invece, contemporaneamente alla riconsegna dei libri, ha dovuto, suo malgrado, prendere atto di un'altra spiacevole sorpresa. Gli stessi Carabinieri hanno tirato fuori un altro provvedimento, emesso dalla Procura della Repubblica di Benevento, con il quale si disponeva nuovamente il sequestro dei 27 volumi. E ovviamente, prevedendo per l'ex Ministro Zecchino le stesse ipotesi di reato: ricettazione e riciclaggio.
 
La delusione e l'amarezza non hanno sconvolto più di tanto l'ex Ministro che in una conferenza stampa svoltasi in serata presso la sede del Centro Europeo di Studi Normanni, ha ripercorso le tappe di questa «misteriosa» vicenda giudiziaria, annunciando di essere intenzionato a presentare ricorso al Tribunale del Riesame, ma anche di voler andare fino in fondo, perché ci sono aspetti davvero incomprensibili in questa storia.

Intanto, strana sarebbe anche la proceduta attivata dalla Procura della Repubblica di Benevento. Perché non è stato impugnato il provvedimento emesso dal Tribunale per il Riesame? In secondo luogo, perché non si tiene conto di quanto già ribadito e spiegato con documenti alla mano agli inquirenti? Terzo, che senso ha sequestrare libri che sono stati già fotografati e catalogati? «Ci troviamo nella sede di un'istituzione nota in tutto il mondo - ha spiegato Zecchino - Per poter garantire l'inserimento nella tabella delle istituzioni culturali riconosciuta dal Ministero ho pensato di mettere a disposizione per la biblioteca dello stesso Centro libri provenienti dal mio fondo. Libri di mia proprietà. Questi libri sono on line con le foto dei frontespizi. Questa è una prova evidente della mia trasparenza. Chiunque avrebbe potuto chiedere la consultazione di un libro. Dalla biblioteca di casa i libri richiesti passavano al Cens per la consultazione e poi ritornavano a me, come previsto. Questo ha fatto immaginare che alcuni dei miei libri provenissero illecitamente dalla biblioteca Mancini. Nulla di tutto questo. Ma soprattutto, quando valgono i libri frutto della ricettazione o degli acquisti incauti?»>. Per Zecchino si tratta di libri di scarso valore venale e scientifico. Inoltre si sarebbe verificato un altro equivoco di fondo. Biblioteca Mancini e Centro Europeo di Studi Normanni è vero che stanno sotto uno stesso tetto, ma con ingressi diversi. «Quanto ai libri- ha concluso Zecchino - alcuni sono addirittura spaiati e non hanno valore di mercato». Insomma, bisogna capire bene cosa c'è dietro a questa vicenda».
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