Montevergine chiama il Papa,
Parolin: «Porto il vostro invito»

Montevergine chiama il Papa, Parolin: «Porto il vostro invito»
di Riccardo Cannavale
Lunedì 6 Settembre 2021, 08:27
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«Mi farò interprete presso il Pontefice dell'esperienza vissuta quest'oggi a Montevergine e lo invoglierò a venire qui quanto prima». Il Segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, spiana la strada alla prima visita di un Papa al Santuario della Madonna di Montevergine, al termine di una lunga ed intensa visita pastorale, durante la quale il porporato ha avuto modo di conoscere da vicino la comunità monastica ed i luoghi cari ai pellegrini che, anche ieri, hanno affollato la basilica, sin dalle prime ore del mattino.

Ai piedi di Mamma Schiavona, il cardinale Parolin è arrivato alla buon'ora. Un momento di preghiera nella cappella della Madonna, sempre accompagnato dall'abate Riccardo Luca Guariglia, poi una visita all'intero complesso, prima della celebrazione eucaristica alla quale ha partecipato, oltre all'abate ordinario di Montevergine, anche il vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia, monsignor Sergio Melillo. Il più stretto collaboratore di papa Bergoglio si è fatto interprete del messaggio di speranza e di responsabilità del successore di Pietro che, specie in un momento di emergenza come quello che si vive attualmente, diventa un messaggio di coraggio e di impegno. «Il Papa si appella a tutte le forze vive ha ricordato il cardinale Parolin affinché ognuno faccia la sua parte per costruire un mondo migliore».

 

La visita pastorale del Segretario di Stato del Vaticano è stata interpretata da molti come un prologo all'arrivo del Papa. Nel suo messaggio di accoglienza, l'abate Guariglia ha ufficialmente invitato Bergoglio in occasione dei festeggiamenti per i 900 anni della fondazione della prima chiesa e del monastero annesso, che si apriranno il 25 giugno 2023. «Spero, insieme alla comunità monastica e al comune di Mercogliano di poter accogliere il Santo Padre che ho incontrato il 22 ottobre scorso in udienza privata», ha auspicato l'abate rivolgendosi direttamente all'eminenza veneta. Che ha rassicurato tutti circa le condizioni di salute del pontefice dopo il recente intervento chirurgico. «Posso tranquillizzarvi: il Papa sta recuperando molto bene. Ha subito un intervento che egli stesso ha definito più serio di quello che si pensava - ha sottolineato il porporato - ma sta recuperando molto bene, come ho modo di constatare ogni giorno». Come era già accaduto sette giorni con il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, anche Parolin ha toccato con mano la forza e la spontaneità della fede popolare che si respira non solo tra le navate della basilica ma lungo tutti tornanti ed i sentieri che conducono al piazzale del Santuario. «La pietà popolare e la devozione alla Madonna sono dimensioni fondamentali della fede cattolica, che sostengono la stessa fede.

E quindi, sono da appoggiare e promuovere. È normale, in questi luoghi, chiedere una grazia: l'importante è che questa fede maturi verso una fede adulta, che significa seguire Gesù, come ci dice la Madonna. Mi auguro evidenzia il cardinale - che la devozione mariana si tramuti in apertura all'amore, alla solidarietà, alla fraternità».

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Il cardinale Parolin ha rinnovato l'appello del Papa «a tutte le forze vive della società» ad «affrontare con coraggio e speranza le sfide poste dall'emergenza sanitaria», ricordando, a proposito della possibilità che i vaccini vengano resi obbligatori, che «la Chiesa non entra nel merito delle norme e delle leggi dello Stato italiano. Mi limito a ripetere ciò che ha detto Papa Francesco: vaccinarsi è un atto d'amore nei confronti di se stessi e degli altri, ed è un atto di responsabilità che dovrebbe indurre tutte ad una riflessione».

A proposito di gesti di amore gratuito, Parolin ha ricordato il gesto di padre Scalese e delle cinque suore dell'ordine di Madre Teresa che la diplomazia vaticana è riuscita a portare in Italia, insieme ai 14 ragazzini che assistevano. «Non hanno voluto lasciare l'Afghanistan senza i ragazzi che erano con loro. In mezzo a tante situazioni di violenza, ci sono questi gesti di amore gratuito che danno grande gioia e speranza. Nonostante tutto, si può fare di più e meglio, nel senso che il Papa suggerisce a tutti gli uomini».
 

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