Pistole clandestine, arrestato l'armiere che falsifica i registri

Nel 2021 il 41enne aveva subito un attentato: l'auto era stata bruciata

Le armi sequestrate
Le armi sequestrate
di Alessandra Montalbetti
Sabato 1 Luglio 2023, 10:10
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È finito in carcere Antonio Fabrizio 41enne, titolare dell'omonima armeria di Pratola Serra con le accuse di falsificazione dei registri di carico e scarico delle armi, oltre che di cessione clandestina delle stesse in modo da non rendere possibile il controllo e la verifica dell'identità dei relativi possessori.
Gli inquirenti gli contestano circa 25 episodi di cessioni clandestine di armi da sparo.
Il 41enne difeso dagli avvocati Carmine Ruggiero e Maria Carmela Picariello lunedì mattina comparirà davanti al gip Fabrizio Ciccone per l'interrogatorio di garanzia.

La misura cautelare è stata eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Avellino ieri mattina, ma il 41enne era già attenzionato da tempo, precisamente dall'aprile del 2022.
Mentre nel novembre dello stesso anno l'armeria è stata posta sotto sequestro ed è stata revocata la licenza.
Nello stesso periodo le armi presenti all'interno sono state inviate ad un'armeria di Casapesenna, in provincia di Caserta per poterle analizzare una ad una, dai militari del nucleo operativo del comando provinciale di Avellino.
Dalle operazioni di verifica è emerso che alcune armi sarebbero state cedute da Antonio Fabrizio (finito in carcere) anche a Kevin De Vito, 23enne avellinese agli arresti domiciliari, in maniera illecita in quanto privo del porto d'armi.

Ad avviso degli inquirenti tra i due vi era una costante frequentazione e vi sarebbe stata una cessione di diverse armi che Kevin De Vito (coinvolto in tre inchieste condotte dalla procura di Avellino) avrebbe utilizzato per porre in essere attività illecite.
Kevin De Vito, attualmente agli arresti domiciliari, è coinvolto nell'inchiesta sulla tentata estorsione nei confronti di una coppia di tossicodipendenti di Rione Ferrovia e quella relativa agli incidenti falsi, con lesioni gravi provocate alle vittime pur di ottenere parte dei premi assicurativi.
Inoltre si è reso protagonista anche delle minacce aggravate rivolte al magistrato, in servizio presso il tribunale di Avellino, Paolo Cassano.
Nel mirino degli inquirenti sono finite le modalità di cessione delle armi da sparo.

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In particolare ipotizzano che siano stati utilizzati i dati di persone inesistenti per fornire le armi a Kevin De Vito ed altri soggetti gravati da precedenti penali - prima che quest'ultimo fosse tratto in arresto nell'ottobre del 2021 dopo la denuncia presentata da due coniugi tossicodipendenti per estorsione.
I due tossicodipendenti raccontarono ai militari dell'Arma delle minacce subite per oltre un mese, oltre a fornire una dettagliata ricostruzione degli episodi violenti subiti anche in presenza dei figli e dell'atto intimidatorio avvenuto nel giardino di casa, con l'esplosione di un grosso petardo.
Il tutto per intimorirli e costringerli a saldare il debito contratto per le cessioni di sostanze stupefacenti.

Le indagini da parte dei carabinieri del comando provinciale di Avellino sull'armeria di Pratola Serra sono state avviate dopo che nel cellulare sequestrato a Kevin De Vito finito in carcere per l'esecuzione della prima ordinanza cautelare dopo la denuncia della coppia di tossicodipendenti - furono trovate delle foto e dei video di armi da sparo. I militari le confrontarono con quelle annotate sui registri sequestrati nell'armeria di Pratola Serra gestita da Antonio Fabrizio.
Inoltre il titolare dell'armeria sottoposto alla misura cautelare in carcere, nel luglio del 2021, ha subito anche un attentato con l'incendio della propria autovettura.
L'attenzione delle forze dell'ordine sulla diffusione di armi in città e nell'hinterland si è intensificata negli ultimi tempi, anche a seguito di alcuni episodi sconcertanti verificatisi, con protagonisti dei giovanissimi.
 

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