«Prendo la pistola e sparo»: fa irruzione nel reparto e minaccia le infermiere

L'uomo di Pomigliano d'Arco entra nel reparto di Medicina

«Prendo la pistola e sparo»: fa irruzione nel reparto e minaccia le infermiere
«Prendo la pistola e sparo»: fa irruzione nel reparto e minaccia le infermiere
di Antonello Plati
Giovedì 11 Gennaio 2024, 09:57
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«Prendo la pistola e vi sparo». Entra in reparto e minaccia di morte due infermiere e un operatore sociosanitario. Paura e delirio, l'altra sera all'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino. Attorno alle 21.30 di martedì, dunque ben oltre l'orario consentito per le visite dei parenti, un uomo si è presentato all'ingresso dell'Unità operativa di Medicina generale al secondo piano della struttura di Contrada Amoretta: in modo piuttosto concitato ha chiesto agli operatori sanitari di turno di entrare in corsia per andare dal padre ricoverato, un 87enne di Pomigliano d'Arco.

Un'infermiera, nonostante l'ora, ha consentito all'uomo di accedere al reparto: di qui, prima un'aggressione verbale - lamentando un presunto maltrattamento del padre da parte dei sanitari: «Ho sentito le sue urla da fuori l'ospedale» - poi, dopo essere entrato nella stanza della corsia dove era ricoverato il parente, l'uomo ha minacciato di morte i presenti: «Ho una pistola, la vado a prendere e vi sparo».

Nel frattempo, allertato da un'altra infermiera, è arrivata in reparto una guardia giurata in servizio presso la città ospedaliera. Alla vista dell'addetto alla sicurezza, il presunto aggressore si è quindi dileguato lasciando il reparto diretto da Maria Amitrano e facendo perdere le proprie tracce.

A 24 ore dall'accaduto, nel pomeriggio di ieri, le due infermiere e l'operatore sociosanitario hanno presentato una denuncia ai carabinieri della compagnia di Avellino. Secondo la ricostruzione affidata alle forze dell'ordine, si sarebbe trattato solo di minacce verbali, l'uomo non avrebbe estratto la pistola ma soltanto paventato la possibilità di usarla lasciando intendere di esserne in possesso. Sono in corso le indagini da parte dei carabinieri della compagnia di Avellino per identificare il presunto aggressore. Nelle prossime ore, verranno acquisite le immagini di videosorveglianza dell'Azienda ospedaliera Moscati per risalire all'identità dell'uomo.

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Il direttore generale dell'Azienda ospedaliera Moscati, Renato Pizzuti, esprime solidarietà agli operatori sanitari vittime della violenza verbale. E sottolinea: «C'è bisogno di tutelare maggiormente il personale in servizio nei pronto soccorso e nei reparti. Il lavoratori devono poter svolgere le proprie mansioni in massima sicurezza e in un ambiente sereno. Non bastano i soli agenti di vigilanza privata ma bisognerebbe ripristinare i drappelli di polizia ospedalieri garantendo in questo modo una presenza 24 ore su 24».

Dall'inizio dell'anno sono già sei le aggressioni nei confronti del personale sanitario in Campania. Con il culmine, il 3 gennaio: la violenza contro un'infermiera trentenne da parte di alcuni parenti di un degente dell'ospedale di Castellammare. In quella occasione, solidarietà da parte di tutto il mondo politico, con il caso che è diventato terreno di scontro. Compreso l'intervento del ministro della Cultura Sangiuliano: «Questi fatti negli ospedali campani, purtroppo, avvengono da un decennio e sono il frutto perverso di un sistema marcio e al collasso». Colpa anche dei fendenti contro di lui da parte di De Luca nel corso della sua ultima diretta social (venerdì scorso). Anche se l'allarme è ben noto a tutti, a partire dal Viminale che proprio un anno fa s'impegnò a istituire i drappelli di polizia. E così gli agenti sono arrivati al vecchio Pellegrini e all'ospedale del Mare di Napoli mentre si è desistito per Moscati di Avellino così come per i presidi periferici dell'Alta Irpinia (Ariano Irpino e Sant'Angelo dei Lombardi). Ma già qualche giorno fa la macchina della sicurezza si è messa in moto. Venerdì scorso il Viminale fa trapelare come «questo governo abbia fatto uno sforzo considerevole sul fronte della sicurezza negli ospedali». Ciononostante, l'Irpinia resta priva di drappelli di polizia all'interno delle strutture ospedaliere.
 

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