Pronto soccorso del Moscati, che odissea
I sindacati: «Paghiamo le soppressioni»

Pronto soccorso del Moscati, che odissea I sindacati: «Paghiamo le soppressioni»
di Antonello Plati
Lunedì 6 Giugno 2022, 09:20 - Ultimo agg. 10:16
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Sotto assedio. Il pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino è sempre più in affanno. E i sindacati infieriscono.
«Tutto ciò era più che prevedibile», dice Gaetano Venezia, segretario generale della Uil Funzione poteri locali (Fpl) di Avellino e Benevento. «Nel momento in cui si decide (aprile 2018, ndr) di accorpare al Moscati il presidio ospedaliero di Solofra, una scelta scellerata da parte della Regione Campania, e poi (luglio 2021) di sopprimerne il pronto soccorso, considerato un doppione, bisogna mettere in preventivo una simile prospettiva». In questi ultimi giorni la situazione sta precipitando, senza che la direzione strategica prenda provvedimenti: «Anche in una condizione in cui un piccolo presidio ospedaliero fosse munito di reparti efficienti, obbligatoriamente questo va in contrasto con quelli del presidio di maggiore entità», riflette ancora Venezia. «Il paradosso ribadisce il sindacalista è stato quello di chiudere il pronto soccorso del Landolfi che senza dubbio offriva un contributo a decongestionare quello di Contrada Amoretta». Perennemente affollato: «Altra sciagura, è stata quella di aver ridimensionato l'ospedale di Ariano Irpino e quello mai organizzato di Sant'Angelo dei Lombardi».

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Stando al Moscati, Venezia torna su un'altra emergenza segnalata l'altro giorno da Il Mattino: «La soppressione dell'Unità di Neuropsichiatria infantile è incomprensibile. Al momento non si capisce chi debba prendere in carico i bambini con patologie neurologiche e psichiatriche». Quindi, l'appello al prefetto di Avellino Paola Spena: «La Uil, unitamente ad altre organizzazioni sindacali, ha chiesto al prefetto l'insediamento di un tavolo tecnico per confrontarsi con le due aziende (Asl e Moscati) per valutare i servizi sanitari da organizzare: sia quelli dei presidi ospedalieri sia quelli della sanità territoriale».
Licia Morsa, segretario generale della Funzione pubblica Cgil di Avellino, in vista del rinnovo dei vertici (in scadenza alla fine del mese) traccia un bilancio: «Il manager del Moscati, Renato Pizzuti, ha fatto e continua a fare i compiti a casa. Che sono quelli assegnati dalla Regione Campania, un ente che sfugge sempre al confronto con il territorio». Questo è «il problema principale» secondo la sindacalista: «Si continuano a calare dall'alto scelte che spesso non rispondono alle esigenze dei cittadini. La direzione dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino si limita, con tutte le ristrettezze, a quanto di competenza. Ad Avellino, appare evidente, il sistema binario Asl-Azienda ospedaliera ha fallito».

Infine, anche qualche merito da ascrivere al diggì partenopeo: «Il Moscati sta dando risposte sulla stabilizzazione dei precari, sul progetto del plesso Landolfi e sta avviando un'organizzazione per l'abbattimento delle liste di attesa».

Walter Mario Musto, coordinatore sanità pubblica e privata Cisl Fp Irpinia-Sannio, torna sull'emergenza del pronto soccorso. Ricorda: «Solo gli operatori che hanno vissuto l'esperienza del Covid sanno quanto è difficile fare fronte a una situazione del genere con le ridotte risorse umane rispetto all'attività e all'impegno richiesti per i pazienti affetti da coronavirus ed ancora più gravosa se si considera la coesistenza di una o più patologie». Operatori che attendono ancora il giusto riconoscimento: «L'indennità-Covid non è stata ancora pagata seppure contrattualmente prevista». La pandemia ha condizionato l'attività con pesanti strascichi: «Poiché le risorse per il trattamento dei pazienti Covid è stato prestato sempre dagli operatori già in forza in azienda. Questa condizione ha pertanto sottratto personale alle attività di routine». Insomma, «si vuole fare fronte alla richiesta di bisogno di salute senza incrementare adeguatamente gli organici», ma «se non si aumentano sia il numero di operatori, sia i posti letto, se non si ridisegna l'organizzazione e la funzionalità del pronto soccorso, ci ritroveremo sempre a rincorrere le stesse criticità».

Chissà se qualcosa cambierà con la Regione che è in procinto di nominare 13 direttori generali in altrettante aziende sanitarie e ospedaliere campane. In provincia di Avellino, Moscati e l'Asl sono entrambi in scadenza. Pizzuti e Morgante sosterranno il colloquio giovedì. Il primo cerca la riconferma, insidiato proprio dalla diggì dell'Asl, che invece dovrà lasciare via Degli Imbimbo dopo il secondo mandato.

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