San Tommaso festeggia Padre Toni: un amore pastorale lungo 50 anni

Il parroco redentorista fu ordinato nell'estate del 1973

San Tommaso festeggia Padre Toni un amore pastorale lungo 50 anni
San Tommaso festeggia Padre Toni un amore pastorale lungo 50 anni
Lunedì 18 Settembre 2023, 08:17 - Ultimo agg. 10:14
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Genitori e figli accomunati dall'abbraccio al parroco della loro meglio gioventù in occasione dei cinquant'anni della sua ordinazione sacerdotale. 

Quello tra padre Antonio Marcello Proietto, per tutti semplicemente padre Toni, e la comunità della parrocchia Sant'Alfonso Maria de' Liguori di San Tommaso, è un legame profondo che ha attraversato almeno tre generazioni di abitanti del più popoloso quartiere avellinese. Che l'altra sera ha voluto festeggiare il parroco con una cerimonia a cui, oltre ai vescovi Arturo Aiello (Avellino), Sergio Melillo (Ariano Irpino-Lacedonia) e Antonio de Luca (Teggiano-Policastro) che hanno concelebrato la santa messa per l'occasione, ha preso parte davvero tutto il quartiere che da cinquant'anni trova in padre Toni un punto di riferimento non solo spirituale. Una festa sentita, per dire grazie ad una figura che è centrale da cinquant'anni nella vita del quartiere.

Era un giovane redentorista appena ordinato da monsignor Antonio Zama a Colle Sant'Alfonso, padre Toni Proietto, quando fu inviato come vice parroco ad Avellino.

«Il mio primo amore pastorale» ricorda oggi il sacerdote. 

Gli scout, i giovani.

Con loro padre Toni avviò da subito un dialogo proficuo. Anni importanti per la crescita sua e del quartiere.

«Quanto entusiasmo c'era nei giovani di quegli anni. Stare insieme era quasi una necessità, un desiderio. I giovani avellinesi del 73 erano entusiasti della vita vissuta insieme agli altri, c'era una ricerca continua di aggregazione» ricorda il parroco.

Che non può fare a meno di evidenziare le differenze con i giovani di oggi dello stesso quartiere.

«Oggi si fa molta più fatica. I ragazzi, anche in un quartiere popolare come San Tommaso, risentono della società individualista, chiusa ed annoiata. Quella società ricorda padre Toni - che preferisce concentrarsi sui monitor di uno smartphone piuttosto che fare esperienze comunitarie e di gruppo».

Trentuno dei suoi cinquant'anni di sacerdozio, padre Toni Proietto li ha trascorsi ad Avellino. In tre diversi momenti. Dei primi anni, ricorda anche l'esperienza vissuta, alla metà degli anni 70, a Rione Mazzini, quando ebbe l'incarico di preparare il quartiere a diventare parrocchia. 

Un percorso che si concluse con la istituzione della Parrocchia di Santa Maria di Montevergine, dopo aver trascorso anni ad ascoltare e parlare con tante famiglie del quartiere, contribuendo a creare un legame non solo di vicinato ma di comune partecipazione. 

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Dopo tre anni trascorsi a Termoli, nel 1985 il sacerdote originario di Mercato San Severino fece ritorno in città, questa volta come parroco a San Tommaso. 

Anni importanti e non solo perché coincidevano con quelli del dopo terremoto. A San Tommaso e Rione Mazzini, i due quartieri alle porte del centro città, padre Toni diede vita ad un cammino catechistico per adulti che all'epoca era una vera e propria novità, non solo per la diocesi di Avellino. I fedeli cominciano così ad essere protagonisti nella vita parrocchiale e a dare un segnale, a sottolineare una presenza all'interno del quartiere, non solo tra le mura della chiesa.

Dopo gli anni a Materdomini al Santuario di San Gerardo ed una parentesi a Mercato San Severino, nel 2015 il ritorno ad Avellino. A San Tommaso, ça va sans dire. E il futuro? «Per fortuna - dice padre Toni - c'è ancora il desiderio o il rimpianto di quel che eravamo, la ricerca di quell'ambiente comunitario che dovrebbe essere alla base non solo della vita cristiana ma di quella sociale e civile».
 

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