«Senza l'ufficio di piano
l'assistenza è inesistente»

«Senza l'ufficio di piano l'assistenza è inesistente»
di Flavio Coppola
Lunedì 11 Aprile 2022, 07:33 - Ultimo agg. 20:22
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«La Regione deve inviare subito un commissario che metta le carte apposto e avvii le gare con i poteri sostitutivi. Non c'è altra via di uscita per far ripartire le politiche sociali ad Avellino». Non intravede altra soluzione l'esperto del settore e già vincitore del bando per direttore generale (incarico poi non ricevuto) dell'Azienda A4, Raffaele D'Elia, che descrive nel merito una situazione drammatica, «che non si è mai verificata prima». Come è noto, per le lacune ravvisate nella programmazione del Comune di Avellino, la Regione non ha erogato i fondi per le politiche sociali sull'annualità del 2019. Milioni e milioni di euro senza i quali non si possono erogare i servizi agli ultimi. Non c'è un euro, e infatti sono scaduti i contratti dei dipendenti dell'Ufficio di piano, senza che si potessero prorogare. Se la Regione sembra voltarsi dall'altra parte e i Comuni, a partire da Avellino, restano inadempienti, la Prefettura pure interpellata dal sindaco Festa non ha ancora assunto alcuna posizione. Ma il fatto è gravissimo e inaudito, e D'Elia spiega cosa vuol dire non poter assumere il personale dell'ufficio di Piano. «Stiamo parlando dice D'Elia del cuore di un Piano di Zona, perché quell'ufficio fa praticamente tutto: programma, rendiconta, predispone gli atti e gli impegni di spesa e controlla l'operato delle altre cooperative». Tutti i servizi pubblici essenziali che passano dall'ufficio di piano non possono più essere erogati.

E questo, ricorda D'Elia, «è materia per la Procura, perché c'è l'interruzione».

Nella pratica, funziona così: «Gli assistenti sociali si occupano della presa in carico, ma è l'ufficio di Piano - continua - a stilare le graduatorie e gli atti per erogare i contributi economici e gli aiuti. O a mandare al tribunale la scheda per l'affido o l'adozione di un minore. Ed ancora - aggiunge - è sempre l'ufficio di piano che dispone le cure e l'assistenza domiciliare ai diversamente abili o agli anziani».

In assenza di tutto questo, gli stessi assistenti sociali hanno le mani legate. «Possono solo parlare con l'utente, nulla più. Come se lo prendessero in giro». È quello che è accaduto ad Avellino e negli altri 15 comuni dell'ambito A04. E infatti è forte lo scoramento dei pochi assistenti sociali rimasti. Per questo D'Elia non ha dubbi: «La Procura interverrà certamente, perché in questo caso il blocco è totale. Anche il Consiglio di amministrazione ricorda è diventato definitivamente monco, perché di 5 membri, dopo le dimissioni del vice sindaco di Tufo, ne sono rimasti solo 2. Quindi non si possono impartire gli indirizzi agli uffici». 

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È questo il motivo del blocco totale a cui si sta assistendo. «Né il segretario generale del Comune di Avellino, Vincenzo Lissa, che svolge il ruolo di direttore dell'Azienda consortile, né il sindaco Festa, quale presidente, possono nulla. Ma devo dire afferma D'Elia che sono stati poco lungimiranti. Perché era chiaro a tutti che si sarebbe arrivati a questo punto». A sentire il tecnico, che ha già diretto del Piano di Zona di Avellino anni fa, l'aggravante è che si sta perdendo l'occasione storica del Pnrr: «Mai come in questa fase ci sono bandi ministeriali per milioni e milioni di euro e non abbiamo l'ufficio addetto a programmarli. La legge ricorda obbliga un Piano di zona ad avere al suo interno un minimo di 6-7 professionalità diverse. Noi non abbiamo più nessuno. Ed era già una forzatura sottolinea che questo personale amministrativo fosse assunto dalle cooperative e non fosse interno. Io stesso non avrei mai immaginato che si arrivasse a tanto». Del resto, la Procura ha già attenzionato le politiche sociali di Avellino dopo la morte del senzatetto Luciano Romagnuolo e per l'esposto presentato da Don Vitaliano. In una vicenda disastrosa da tutti i punti di vista, anche lo stesso D'Elia ha pagato dazio. Al netto della sua vittoria nel bando per il direttore generale dell'Azienda, infatti, non è mai stato assunto ed è tuttora in causa presso il tribunale del Lavoro. La sentenza è attesa per giugno. Ma per quella data, l'Azienda A4, che di fatto non ha mai funzionato, potrebbe essere addirittura sciolta.

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