Spari al rapper, fu tentato omicidio: condanne più severe per Ciuci e Maglio

La difesa di Ciuci, in primo grado riuscì ad ottenere, la derubricazione del reato da tentato omicidio in lesioni

Il tribunale di Avellino
Il tribunale di Avellino
di Alessandra Montalbetti
Mercoledì 16 Novembre 2022, 10:01 - Ultimo agg. 17 Novembre, 13:07
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Da lesioni aggravate nuovamente a tentato omicidio. Per il ferimento del giovane rapper Federico Petrone due coetanei sono stati ri-condannati in appello con pene decisamente più severe.

I giudici della Corte di Appello di Napoli hanno riformato la sentenza di primo grado, infliggendo una pena maggiore per Gerardo Ciuci, condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione, e per Alessandro Maglio condannato a 3 anni e 7 mesi e 10 giorni di reclusione. Il procuratore generale della Corte di Appello di Napoli aveva già - nella sua requisitoria - contestato nuovamente ai due imputati del ferimento del rapper, il reato di tentato omicidio. Richiesta che i giudici hanno condiviso riformulando la sentenza con la pesante accusa di tentato omicidio per l'imputato Gerardo Ciuci e concorso in tentato omicidio per l'altro imputato Alessandro Maglio, rappresentati dagli avvocati Danna e Del Guercio. Entrambi scelsero, in primo grado, di essere giudicati con il rito abbreviato. Il procuratore generale, nel processo di secondo grado, al termine della sua requisitoria aveva chiesto anche pene più dure per i due imputati: 6 anni 2 mesi e 20 giorni di reclusione e 3 anni e 2 mesi di reclusione per Alessandro Maglio. 

In primo grado, al termine del rito abbreviato, il gip Paolo Cassano condannò a 3 anni e 8 mesi Gerardo Ciuci (accusato di tentato omicidio derubricato in lesioni), ad 1 anno e 10 mesi con pena sospesa Alessandro Maglio (accusato di concorso in tentato omicidio) e ad 8 mesi con pena sospesa per Gerardo Spagnuolo, accusato di favoreggiamento (per il quale non è stato presentato appello dal pubblico ministero).

La difesa di Ciuci, in primo grado riuscì ad ottenere, la derubricazione del reato da tentato omicidio in lesioni aggravate.

Determinante - ai fini della riqualificazione delle richieste da parte del procuratore generale della Corte di Appello di Napoli - la ricostruzione dell'aggressione e degli attimi in cui Federico Petrone fu ferito con un colpo di pistola, effettuata in aula da Vittorio Landi, amico del rapper, presente durante i fatti. Landi ai giudici della III sezione della Corte di Appello di Napoli, ha raccontato che tra Ciuci e Petrone la situazione degenerò rapidamente. «Improvvisamente spuntò una pistola ha raccontato Landi lo capii subito, fin dal primo click. Successivamente Ciuci puntò l'arma lateralmente alla nuca di Petrone. Voleva uccidere».

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 I fatti si svolsero a Contrada, dove Petrone fu raggiunto ad una spalla da un colpo d'arma da fuoco, a pochi centimetri dal cuore. Ne seguì il ricovero in ospedale, e ben due interventi chirurgici per la giovane vittima del ferimento.


Federico Petrone, fin dall'inizio, ha sostenuto che la pistola gli fu puntata al capo e che solo per caso il colpo non esplose. Secondo il racconto della vittima l'indagato l'avrebbe invitato a recarsi a Contrada attraverso degli sms, per poi rimanere vittima dell'agguato. La pistola gli sarebbe stata puntata alla testa, ma in un primo momento il colpo si inceppò, mentre nel secondo tentativo Petrone rimase ferito al braccio. Alla richiesta della procura generale di riqualificare il reato hanno aderito anche gli avvocati di parte civile, Nobile e Scibelli, che oggi alla luce della sentenza di secondo grado si dicono soddisfatti: «È stata ribadita una realtà processuale corrispondente ai fatti realmente accaduti». Per gli altri sei imputati che scelsero di essere giudicati con il rito ordinario il processo proseguirà il primo dicembre.
 

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