Teatro Gesualdo, la Corte dei Conti
chiede i documenti al Comune di Avellino

Teatro Gesualdo, la Corte dei Conti chiede i documenti al Comune di Avellino
di Flavio Coppola
Martedì 15 Giugno 2021, 12:00
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La Corte dei conti riaccende i riflettori sulla gestione del Teatro Gesualdo. A Piazza del Popolo, e segnatamente alla Segreteria generale, è giunta una nuova missiva della magistratura contabile, che riapre, dal versante amministrativo, la tortuosa vicenda relativa agli anni 2013-2015.

L'indagine è ancora in corso e dunque sta proseguendo. La Corte dei conti chiede infatti al segretario generale, Vincenzo Lissa, tutta la documentazione contabile relativa al periodo già al centro di inchieste della Procura e del medesimo organismo. Una fase nella quale il dirigente del settore era l'ex segretario, Riccardo Feola, sotto l'amministrazione di Paolo Foti, mentre la gestione del Massimo cittadino come è noto era in capo a un Cda presieduto dall'attuale capogruppo di MaiPiù, Luca Cipriano.

Ieri mattina, a Piazza del Popolo, uffici in allerta per reperire le carte richieste, che sarebbero relative in particolare alle entrate e alle uscite, agli introiti della biglietteria e in definitiva ai bilanci.

A marzo dell'anno scorso, proprio la Corte dei conti si era pronunciata favorevolmente al vecchio direttore del teatro, Dario Bavaro, e a Cda che aveva approvato i conti da lui presentati, chiarendo che - rispetto all'ammanco da 115.000 euro contestato - non ci sarebbe stata alcuna appropriazione indebita di denaro pubblico. Solo un errore di trascrizione. In pratica, accogliendo la perizia che il Consiglio di amministrazione del teatro aveva commissionato alla società privata Price Waterhouse Cooper. 

La nuova richiesta di documentazione, dunque, sembra finalizzata a valutare ulteriori aspetti economici di una vicenda complessa ed estenuante. Comprese le possibili responsabilità di Piazza del Popolo. Al momento, non è possibile escludere ancora alcun colpo di scena. Lo stesso procedimento intentato contro Cipriano e gli altri 9 soggetti coinvolti, su iniziativa del pm Teresa Venezia, infatti, proseguirà il prossimo 2 luglio. In quella sede si comprenderà se i componenti del vecchio Cda questi ultimi non avrebbero controllato a dovere - e tutti gli altri dovranno affrontare o meno il processo.

Intanto, mentre il Comune si appresta a predisporre l'ennesima mole di documenti a beneficio degli inquirenti, per verificare tutto ciò che è avvenuto negli anni in cui il Teatro era aperto, nulla si sa di ciò che la più importante struttura culturale della città dovrà fare nella prossima stagione. Dopo un anno e mezzo di stop imposto dall'emergenza pandemica da Covid 19, infatti, il sindaco Gianluca Festa non ha ancora svelato le sue carte per riaprire il teatro. All'interno dell'edificio, secondo quanto rivelato dall'ultimo gestore, il Teatro Pubblico Campano, sono oltretutto scadute importanti certificazioni. Che non sarebbero state ancora rinnovate. L'ultimo spettacolo risale a marzo 2020. Andrebbero rifatte le documentazioni antincendio, quelle per l'ascensore e per le americane, le sbarre su cui vengono fissate le luci sceniche che salgono e scendono. E dire che i fondi ci sono e sono ingenti. Ci sono le risorse del «Poc Teatro», che ammontano a 500.000 euro e che possono essere utilizzati proprio sulle manutenzioni. 

Il buio più pesto riguarda però la il futuro. Scaduto a luglio scorso il contratto col vecchio gestore, l'amministrazione non ha ancora pubblicato un nuovo bando per l'affidamento. Avellino, anche in questo, è un unicum in Campania. La strategia dell'amministrazione è basata sulla costituzione di una Fondazione culturale che metta insieme tutte le più importanti strutture cittadine. Era stata annunciata due anni or sono in campagna elettorale. All'inizio dello scorso maggio, dopo la vandalizzazione dell'ex Gil, il sindaco aveva dato per imminente ancora una volta l'approvazione dello Statuto in giunta. Quarantacinque giorni dopo, non se ne è ancora fatto nulla. Secondo gli operatori del settore, però, è già tardi per organizzare una programmazione, un cartellone, che possa consentire al Teatro Gesualdo di rialzare il sipario a settembre. Il rischio concreto è che la sfortunata istituzione culturale di Piazza Castello resti un contenitore vuoto ancora a lungo. Molto probabilmente, non se ne verrà a capo prima dell'anno nuovo. 

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