Torna libero l'omicida di Vienna Pisacreta

L'uomo scarcerato per assenza di pericolosità sociale

Vienna Pisacreta in una foto dell'epoca dell'omicidio
Vienna Pisacreta in una foto dell'epoca dell'omicidio
di Alessandra Montalbetti
Venerdì 27 Gennaio 2023, 09:42
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Accusato di omicidio della compagna e distruzione di cadavere di Vienna Pisacreta, torna libero Antonio Pesce per «assenza di pericolosità sociale». Fu condannato a trent'anni di carcere (dal 2017 in semilibertà, affidamento in prova dal 2019) per l'efferato omicidio di sua moglie Vienna Pisacreta, strangolata a 31anni con il filo della zanzariera e poi sepolta sul Monte Terminio con tecniche particolari acquisite durante le missioni in Kosovo. Il magistrato di sorveglianza di Avellino ha dato parere positivo affinché all'uomo non venissero applicati i tre anni di libertà vigilata. Pesce, difeso dall'avvocato Alberico Villani, torna totalmente libero.

L'uomo che ha scontato la pena, ad avviso del magistrato di sorveglianza, «ha effettuato una rivisitazione critica del gravissimo reato commesso e delle cause che lo hanno portato a tale gesto, si è inoltre proficuamente impegnato nelle attività scolastiche, conseguendo il diploma di maturità e di formazione». Infine nel 2006 ha anche risarcito i due figli, parti civili, mediante la vendita dell'immobile a lui intestato con i quali, anche durante il periodo detentivo, ha provato sempre ad aver un rapporto con loro e con un'altra figlia più piccola, nata da una relazione extraconiugale.

Vienna Pisacreta - 31 anni, operaia della Fma, madre di due figli, sposata con Antonio Pesce, un agente di polizia della questura di Avellino fu vista per l'ultima volta in vita il 9 luglio del 2000.

Poi la lite furibonda con il marito, le urla e la scomparsa della donna. Il marito Antonio Pesce, all'epoca agente di polizia, l'indomani partì in missione per il Kosovo e dalla quale fu richiamato e fermato dai magistrati della Procura di Avellino.

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I due avevano litigato proprio dodici giorni prima della scomparsa della donna e della partenza di Pesce per i Balcani. Dodici giorni di assoluto silenzio. Il 22 luglio del 2000 fu ritrovata l'auto di Vienna Pisacreta, una Seat Ibiza di colore azzurro, in via Cannaviello. Mentre la denuncia di scomparsa fu presentata dal fratello della donna, Natale Pisacreta il 13 luglio del 2000. Tantissimi gli appelli lanciata dalla figlia Antonietta di 14 anni, alla quale la madre era legatissima. Il marito della donna rientrato dal Kosovo fu interrogato per cinque. L'uomo urlò la sua innocenza. Si disse estraneo alla scomparsa della moglie. Il pm Amato firmò un fermo di polizia nei confronti dell'uomo, che fu rinchiuso nel carcere militare sammaritano. A distanza di tre mesi furono ritrovati resti umani sul Monte Terminio. Erano di Vienna.
 

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