Appalti in Provincia, Di Maria rimesso
in libertà ma resta la sospensione

Appalti in Provincia, Di Maria rimesso in libertà ma resta la sospensione
Sabato 11 Dicembre 2021, 11:38
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Il presidente della Provincia Antonio De Maria lascia gli arresti domiciliari e torna in libertà. Ieri, infatti, è stato annullato il reato di turbativa per la nomina di un dirigente e così è tornato in libertà anche se con il divieto per dieci mesi dall'esercizio della funzione di presidente della Provincia. Ordinanza annullata è ritorno in libertà per Angelo Carmine Giordano. Confermati, invece, i domiciliari per Nicola Laudato e Raffele Pezzella. Queste le decisioni del Tribunale del Riesame che ieri ha affrontato il caso delle irregolarità negli appalti della Provincia. L'ottava sezione aveva affrontato la posizione di quattro indagati che erano ai domiciliari: il presidente della Provincia Antonio Di Maria, Nicola Laudato, 51 anni, di Campolattaro, Angelo Carmine Giordano, 61 anni, di Solopaca, Raffaele Pezzella, 65 anni, di Casal di Principe. Gli altri i tre indagati ai domiciliari sono Giuseppe Della Pietra, 62 anni, di Nola, Michelantonio Panarese, sindaco di Buonalbergo e dirigente della Provincia, Antonello Scocca, 57 anni, di Benevento, i cui ricorsi saranno discussi in una udienza fissata per martedì prossimo.

Un ottavo indagato ai domiciliari, Mario Del Mese, 43 anni, di Salerno, dipendente di una società irpina, invece, ha già ottenuto l'obbligo di firma, dopo che aveva risposto alle domande in sede di interrogatorio da parte del gip Loredana Camerlengo. Gli altri dieci indagati, destinatari della misura di non poter contrattare con la pubblica amministrazione, dovranno presentare appello a Napoli e quindi con termini diversi.

I difensori di Di Maria, Antonio Leone e Giuseppe Sauchella, nell'udienza di ieri si erano rifatti alle dichiarazioni che il loro assistito aveva fatto in sede di interrogatorio davanti al Gip. Per i legali, Di Maria non ha svolto nessuna ingerenza nella gara per la ristrutturazione dell'istituto scolastico «Livatino» di Circello. In merito ai lavori per la riduzione del rischio idraulico per i torrenti Ratello e Capuano di Guardia Sanframondi, aveva solo incontrato, su sua sollecitazione, il sindaco dell'epoca Floriano Panza (non indagato) ma non aveva tenuto conto delle sue indicazioni. I legali hanno anche posto in evidenza che essendo Di Maria sospeso dalla carica di presidente della Provincia dal prefetto non c'è la possibilità di reiterare il reato. Un motivo in più, dunque, per porre fine ai domiciliari. Anche i legali degli altri tre indagati Laudato, Giordano e Pezzella avevano chiesto la fine dei domiciliari per i loro assistiti puntando non solo sula estraneità ai reati contestati ma anche sulla impossibilità di reiterarli. Presente all'udienza anche il sostituto procuratore Francesco Sansobrino che ha coordinato le indagini condotte dai carabinieri del Reparto operativo di Benevento. Indagini che sono andate avanti per due anni utilizzando sofisticate apparecchiature, tra cui il trojan, per intercettare gli indagati. Sansobrino ha richiesto la conferma dei domiciliari per tutti e quattro i ricorrenti. Gli indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Angelo Leone, Vincenzo Regardi, Fausto Parente, Massimo di Tocco, Mauro Carrozzini, Claudio Sgambato, Nando Letizia e Giovanni Esposito.
 

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