Ladri in casa, l'allarme di Mastella:
«C'è una regia esterna e mirata»

Ladri in casa, l'allarme di Mastella: «C'è una regia esterna e mirata»
di Francesco G. Esposito
Mercoledì 23 Gennaio 2019, 12:00 - Ultimo agg. 13:42
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L'escalation di colpi nel Sannio non ha risparmiato neppure la zona di Ceppaloni, con tre segnalazioni nel giro di una sola notte. Tra i colpi messi a segno anche quello alla villa a San Giovanni di Ceppaloni del primo cittadino di Benevento Mastella e di sua moglie, la senatrice azzurra Sandra Lonardo.

Sindaco, come ha scoperto il furto?
«È stato mio cognato ad avvertirmi, a sua volta chiamato dalla signora che si occupa di accudire mia suocera. È accaduto poco dopo le 9. Mia moglie Sandra ed io eravamo rimasti a Benevento a dormire. Ho allertato le forze dell'ordine, ma erano già lì quando sono arrivato. In realtà mi sono trattenuto poco. Il tempo dei rilievi con carabinieri e polizia, che ringrazio per il gran lavoro che fanno tutti i giorni. Poi sono tornato nel capoluogo per una serie di impegni».

Qualcosa l'ha insospettita una volta arrivato a casa?
«A parte il fatto di aver notato che erano entrati dalla porta-finestra, a questo punto si può dire ex antisfondamento - mi lasci fare un pizzico d'ironia - vista la facilità con cui è stata rotta; direi che la vera stranezza sia il fatto che la banda non abbia rubato alcun pezzo di argenteria».

Non mancava proprio niente?
«Hanno messo sottosopra le camere da letto e portato via due cassetti. In realtà, lì avevamo qualche oggetto personale, ricordi di famiglia, vecchie foto. Guardi, c'erano i passaporti ma, praticamente, abbiamo ritrovato anche quelli, assieme ai cassetti. Ho ringraziato le forze dell'ordine che sono subito riuscite a ritrovare quei pochi oggetti, altrimenti immagini quali ricostruzioni fantastiche sarebbero saltate fuori su cosa fosse contenuto in quei cassetti».
 
Le è sembrato un colpo mirato?
«Lascia certamente interdetti questa recrudescenza di fatti delittuosi. E anche il fatto che a Ceppaloni - come è successo in altri casi recentemente - ci siano stati dei fatti così ravvicinati, potrebbe far pensare a una regia mirata, magari con l'aiuto di qualche basista locale. Ma su questo saranno certamente gli inquirenti a lavorare».

Come si spiega questa escalation di crimini?
«La sensazione è che ci sia una sorta di attacco al territorio dall'esterno. Si tratta spesso di bande che arrivano da fuori provincia e, certamente, le difficoltà economiche generalizzate acuiscono la propensione a delinquere. Se, a questo, aggiungiamo una diminuzione degli abitanti nei paesi, diventa anche più difficile difendersi. Ormai sono tante le seconde case e questo aumenta la sensazione di indifendibilità».

Anche le telecamere non sembrano bastare, come nel suo caso.
«Sono un deterrente ma aiutano più nelle operazioni di individuazione dei colpevoli. Credo che sia giusto aumentarle ma servirebbero anche i mezzi per creare una centralizzazione dei controlli che, spesso, i Comuni non hanno le risorse per garantire».

Eppure, tutti e 51 i Comuni sanniti che hanno chiesto fondi al Viminale per la videosorveglianza si sono visti bocciare i progetti per «un indice di delittuosità troppo basso»?
«Sarebbero da rivedere i criteri nazionali sugli indici di delittuosità, visto che il Sannio resta tranquillo, ma paga questa delinquenza scientifica esterna».

Cosa possono fare i cittadini per difendersi?
«Sono contrario alle ronde ma bisogna denunciare qualunque caso sospetto, collaborando con le forze dell'ordine. Mai abituarsi e accettare di convivere con la criminalità».
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