Rummo, nuovo caso angiografo:
gli infartuati di Benevento al Moscati

Rummo, nuovo caso angiografo: gli infartuati di Benevento al Moscati
di Luella De Ciampis
Martedì 30 Luglio 2019, 11:00
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Paziente sannita con infarto miocardico acuto, trasportato al Moscati di Avellino alle prime luci dell'alba di ieri, a causa dei disguidi nella rete Ima dell'azienda ospedaliera San Pio. È accaduto che, G. C., 55enne residente in un comune della provincia di Benevento, in seguito a una richiesta telefonica di ricovero al Rummo, sia stato rifiutato e trasferito direttamente nella struttura ospedaliera del capoluogo irpino, perché l'ospedale non era in grado di accoglierlo. Nell'occhio del ciclone, sempre l'angiografo del reparto di Cardiologia interventistica e Utic, negli ultimi giorni oggetto di polemiche.
 
Infatti, era già accaduto nello scorso weekend, che un uomo di 89 anni di Montesarchio, con un infarto miocardico in atto, venisse trasportato dall'ambulanza del 118, al Moscati, senza che prima venisse contattato il nosocomio cittadino, inserito nella rete Ima, per il trattamento dell'infarto miocardico acuto. Un episodio che aveva aperto il varco sul perché i sanitari del 118 avessero operato una scelta in tal senso, optando per una struttura ospedaliera molto più lontana dal luogo di residenza del paziente, rispetto al Rummo.

In effetti, il personale del 118, per quanto è stato accertato, aveva agito nel rispetto delle linee guida, che indicano di rendere salva la vita del paziente, trasferendolo nella struttura ospedaliera inclusa nella rete Ima, più vicina al luogo di provenienza, se perfettamente funzionante. Quindi, la decisione di trasferirlo al Moscati è maturata in seguito a un preciso ordine di servizio, in quanto, per circa 20 giorni, al Rummo, non è stato attivo il servizio di emodinamica, perché l'angiografo in dotazione all'unità complessa di Cardiologia interventistica e Utic era rotto, e non sarebbe stato possibile eseguire le angiografie e le coronarografie, indispensabili mezzi diagnostici per constatare i danni subiti dai grossi vasi, in seguito a un esordio improvviso come l'attacco cardiaco, che colpisce i pazienti ricoverati in emergenza-urgenza.

«Attualmente spiega il direttore sanitario dell'azienda San Pio, Giovanni Di Santo l'angiografo funziona perfettamente, e infatti, l'ospedale sta continuando a erogare quotidianamente le angiografie ai pazienti in reparto. Tuttavia, siamo temporaneamente fuori dal circuito della rete Ima, e quindi non possiamo garantire le cure necessarie ai pazienti che arrivano in emergenza, perché il decreto 64, che regola l'assetto sanitario dell'emergenza cardiologica, prevede che l'unità di Cardiologia in rete, sia dotata di due angiografi perfettamente funzionanti, mentre noi ne abbiamo solo uno. Per riuscire ad aggirare l'ostacolo in tempi brevi ed entrare nella disponibilità di un secondo angiografo, abbiamo già inoltrato richiesta di noleggio temporaneo di un angiografo mobile, che dà maggiore sicurezza in sala operatoria, per gli interventi di chirurgia vascolare, in supporto all'altro in dotazione».

Il Rummo ha già predisposto le procedure per entrare nella disponibilità di apparecchiature che hanno un'elevata qualità dell'immagine, per la visualizzazione di dettagli di appena un quinto di millimetro di spessore, che, nel contempo, consentono una notevole riduzione della dose di radiazioni erogate ai pazienti.

«L'operazione di noleggio - conclude Di Santo - è stata effettuata per velocizzare i tempi di reinserimento nella rete Ima, in attesa che ci vengano consegnati i due nuovi angiografi di ultima generazione, per cui saranno necessari i tempi di attesa legati agli iter burocratici, a far data dal 16 luglio, giorno in cui abbiamo fatto una delibera che ne prevede l'installazione nella sala emodinamica dell'unità complessa di Cardiologia. Stiamo lavorando con impegno, insieme al primario dell'unità complessa di Cardiologia, Marino Scherillo, proprio per la riorganizzazione, l'ottimizzazione e il potenziamento della rete dell'emergenza cardiovascolare».
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