Cmr, protesa dei lavoratori:
«Tutelare i posti, no licenziamenti»

Cmr, protesa dei lavoratori: «Tutelare i posti, no licenziamenti»
di Luella De Ciampis
Venerdì 12 Aprile 2019, 12:00
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Non sono mancati momenti di tensione, ieri, presso il Tribunale di Benevento, nel corso del sit-in organizzato dai dipendenti del Cmr di Sant'Agata de' Goti, ricevuti in tarda mattinata dal presidente, Marilisa Rinaldi, e dal presidente della sezione fallimentare, Michele Monteleone. La protesta è nata dalle procedure di licenziamento messe in atto dalla Neuromed (attualmente si sono concretizzate oltre 40 contestazioni disciplinari, a cui nell'ultimo mese hanno fatto seguito già 14 licenziamenti». «Contestazioni sostiene Pasquale Tirino, portavoce del gruppo attuate per questioni burocratiche e quindi relative a errori meramente materiali, peraltro risalenti agli anni passati, che avrebbero dovuto essere contestate nell'arco di un mese dall'accaduto. Protestiamo, sia in qualità di dipendenti, ma anche di creditori, perché ognuno di noi avanza da un minimo di 15 a un massimo di 18 mensilità, accumulate fino al 23 novembre del 2016, che non ci sono state ancora corrisposte». Invece, in seguito al concordato di continuità attuato con il Tribunale, per rientrare dall'esposizione altamente debitoria dell'azienda, i dipendenti stanno ricevendo regolarmente i compensi del lavoro che svolgono. I toni della protesta si sono accesi, quando i manifestanti hanno chiesto di essere ricevuti dal giudice delegato, Michele Cuoco, e gli è stato risposto che il giudice non era in sede perché aveva lasciato l'incarico. Una notizia che non ha convinto i dipendenti, penetrati nell'androne del Tribunale, decisi a protestare con forza. A questo punto, una delegazione è stata ricevuta dal presidente del Tribunale e dal giudice Monteleone, peraltro primo magistrato delegato a interessarsi della procedura concordataria, poi sostituito da Cuoco.
 
«Il presidente Rinaldi hanno riferito i dipendenti - si è impegnato a nominare un terzo giudice per l'udienza di martedì 16. Il giudice Cuoco sarà a Roma per un anno, per un iter concorsuale per notariato. Mentre, per i licenziamenti, ci è stato spiegato che la competenza è del Tribunale del Lavoro. E a questo punto, presenteremo in quella sede i nostri ricorsi». Un clima di stanchezza, di sfiducia e di esasperazione, è quello che si respirava tra i dipendenti del Crm, preoccupati per il loro futuro e delle loro famiglie. «Non ci fermeremo conclude Tirino perché vogliamo certezze e vorremmo che con l'udienza di martedì si scrivesse la parola fine sulla vicenda. Coinvolgeremo anche l'Asl nella nostra battaglia, in quanto, la convenzione tra l'azienda sanitaria, che eroga i nostri compensi al centro, e il Cmr, prevede un vincolo da rispettare, basato sul fatto che su 100 operatori ne impone l'assunzione a tempo pieno del 72% e del restante 28% con contratti libero professionali».

Le motivazioni della protesta non sono condivise dal gruppo Neuromed, che sostiene di aver seguito l'iter previsto dalla legge. «C'è qualcosa in azienda che non funziona dice Paola Belfiore, ad Neuromed abbiamo informato tutti gli organi competenti, Asl inclusa, sulle anomalie riscontrate a causa della condotta dei dipendenti, sottoposti a sanzioni disciplinari. Abbiamo agito in base a quanto previsto dal piano concordatario, considerato il fatto che siamo sottoposti a un controllo continuo da parte del Tribunale. Se ci sarà una decisione a vantaggio dei lavoratori in merito, noi la accetteremo. I dipendenti sono stati invitati a parlare con noi in azienda, ma non hanno neppure firmato l'accordo del piano di rientro, proposto dai sindacati, che avrebbe consentito di mantenere i posti occupazionali, con un sacrificio di 100 euro mensili in busta paga. Non vogliamo che siano diffuse notizie allarmanti e non veritiere, perché prevediamo il rilancio del centro e l'assunzione di 20 unità in più».
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