Concorsi pubblici, ecco il tariffario
di Benevento: arrestato viceprefetto

Concorsi pubblici, ecco il tariffario di Benevento: arrestato viceprefetto
di Francesco G. Esposito
Sabato 13 Giugno 2020, 09:00
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Soldi a un viceprefetto e altri funzionari pubblici per avere, in anticipo, i test preselettivi utili a superare concorsi nei Vigili del fuoco, nella Polizia, nei Carabinieri e nella Guardia di finanza. Otto le persone destinatarie di altrettante misure cautelari nel blitz della Guardia di finanza di ieri scattato in Campania, a Roma e in altre città. I soggetti sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, e rivelazione di segreti d'ufficio. Sarebbero circa 50 gli episodi corruzione contestati, 373mila euro sequestrati, 118 indagati e oltre 1500 intercettazioni in sei mesi. È questo il bilancio dell'indagine denominata «Par condicio», coordinata dal procuratore della Repubblica di Benevento, Aldo Policastro e coadiuvata da 250 militari della Guardia di finanza di Benevento, Napoli, Caserta, Salerno e Avellino.

Delle otto misure cautelari tre sono quelle in carcere (su ordine del gip Vincenzo Landolfi) relative alle persone che materialmente gestivano una vera associazione a delinquere: un viceprefetto a Roma e due vigili del fuoco di Benevento, tutti arrestati. Si tratta di Claudio Balletta, 65 anni, di Roma, all'epoca dei fatti dirigente del Ministero dell'Interno presso il dipartimento dei Vigili del fuoco; Giuseppe Sparaneo, 51 anni, e Antonio De Matteo, 68 anni, entrambi di Benevento. Il primo in servizio presso il comando provinciale di Benevento dei Vigili del fuoco, il secondo in pensione. L'inchiesta è stata supportata anche da riprese video, appostamenti e anche dall'uso di intercettazioni telefoniche con l'utilizzo di un trojan, in particolare nello smartphone di De Matteo. La custodia ai domiciliari è, invece, scattata nei confronti di Antonio Laverde, 44 anni, originario di Benevento ma residente a Fonte Nuova, in provincia di Roma (maresciallo della Finanza in servizio al comando generale) e Vito Russo, 40 anni, di Benevento, carabiniere in forza a Roma. Sospesi per 12 mesi dall'esercizio delle funzioni di vigile del fuoco e agente di polizia, Alessandro Filippo Lupo, 56 anni, di Treviso, e Gianluca Galliano, 45 anni, nato a Benevento, residente ad Ardea. Infine, obbligo di dimora ad Apollosa per Eduardo Zolli, 66 anni, indicato come intermediario con parentele tra le forze dell'ordine.

Almeno una cinquantina le persone coinvolte nel Sannio (decine di pen drive recuperate), un paio a Roma, due persone originarie di Atripalda in Irpinia, due nella provincia di Foggia, una a Bolzano e a Mantova. Tra le perquisizioni una ha riguardato il consigliere comunale di Benevento, Angelo Feleppa, funzionario dei vigili del fuoco, indagato e al quale è stato sequestrato il telefonino, oltre a 7mila euro.

C'era un vero e proprio tariffario anche per superare visite mediche propedeutiche alle selezioni oppure per ottenere un commissario d'esame «benevolo». I potenziali candidati, o i loro familiari, pagavano mediamente 10mila euro, con punte di oltre 23mila per ottenere vantaggi illeciti sull'asse Benevento-Roma attraverso quello che gli stessi inquirenti hanno definito «mercato delle pennette».

Erano i due vigili del fuoco Sparaneo e De Matteo ad avvicinare le potenziali «prede» alle quali estorcere soldi in cambio delle famigerate chiavette con i test. Usavano whatsapp e cambiavano sim spesso. In questo modo il viceprefetto di Roma non entrava mai in contatto con le persone destinatarie dei «favori». Grazie alla sua posizione, però, Balletta riceveva il nome dell'interessato e procedeva «agli aggiustamenti», oltre alla «parcella» che, di solito, era di 5mila euro. Gli altri 10 o 15 mila erano per gli altri due e per il «sistema» che andava avanti da anni, almeno dal 2018 secondo gli inquirenti. Il giro di soldi era alto, tanto che allo stesso Sparaneo sono stati trovati 156mila euro in un borsone custodito in un armadietto del comando dei Vigili del fuoco di Benevento, A casa, in un soppalco, altri 48mila. Anche un figlio di De Matteo aveva contanti per 35mila euro. Sequestrati anche al viceprefetto 45mila euro. Motivazioni forti che hanno spinto De Matteo e Sparaneo a usare persino l'auto di servizio in pieno lockdown, per consegnare pen drive con i test anche a Napoli.

«Pensavano e parlavano solo di questi concorsi, un fiume in piena», ha commentato il procuratore Policastro in conferenza stampa in procura a Benevento. «È stato un lavoro complesso - ha aggiunto Virgilio Pomponi, comandante regionale della Guardia di finanza - sia per la difficoltà tecnica sia per la necessità di mantene la massima segretezza». 

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