Sale a dieci il numero dei contagiati nei comuni di Sant'Angelo a Cupolo e di San Nicola Manfredi. I casi sono emersi dopo una festa di matrimonio svoltasi sabato scorso in un locale nella frazione di Bagnara. I nuovi casi di Covid riguardano un giovane residente a Pagliara, frazione di San Nicola Manfredi, parente di un altro ragazzo già risultato positivo nei giorni scorsi, e un altro residente a San'Angelo a Cupolo. Attualmente, si contano cinque contagi a Sant'Angelo a Cupolo, tre a San Nicola Manfredi, due dei quali nella frazione di Pagliara e due sulla linea di demarcazione tra i due comuni in quanto, abitano a Monterocchetta, frazione di San Nicola Manfredi ma sono residenti a Sant'Angelo a Cupolo. La situazione è in continuo divenire perché il dipartimento di Prevenzione dell'Asl sta effettuando i tamponi a tutti i contatti dei positivi per escludere ulteriori contagi. A quella festa avevano partecipato molte persone che al momento sono negative. Tra i positivi anche i genitori del bambino ricoverato a scopo precauzionale al «Santobono» già vaccinati.
Intanto, al momento, sembrano che non abbiano avuto conseguenze nefaste i festeggiamenti fatti nel Sannio dopo la vittoria della nazionale italiana a Wembley. Almeno, al momento, non è emerso un aumento esponenziale dei casi dall'analisi dei tamponi al Rummo che rimane l'unico punto di riferimento forte per avere un quadro della situazione considerato che l'Asl da tempo, a differenza di quanto accade nelle altre province campane, non sta più comunicando i contagi. In questa fase, «l'effetto partita» dovrebbe già essere emerso com'è accaduto per il matrimonio e, sicuramente, i sindaci dei 78 comuni del Sannio avrebbero dato la notizia di nuovi contagi nelle zone di loro pertinenza. Certo, non si può ancora affermare di aver scampato il pericolo ma c'è un timido ottimismo rispetto alla possibilità che non si siano sviluppati focolai tra i giovani. In questo momento, il virus sembra non circolare nel Sannio, dove, però, è giusto e necessario concentrare l'attenzione sull'andirivieni di persone che arrivano da altre regioni o dall'estero, diventando potenziale veicolo del virus. Al di là del vaccino, è sempre necessario fare un tampone di controllo prima della partenza da qualsiasi luogo e uno all'arrivo per evitare di contagiare anche i parenti da cui ci si reca.
È aumentato di una unità il numero dei degenti, entrambi sanniti, ricoverati nel reparto di Malattie infettive del «Rummo». Ieri pomeriggio, intanto, si è conclusa un'altra settimana all'insegna della somministrazione delle seconde dosi, secondo lo stesso trend dei giorni precedenti, in cui si è mantenuta la media di 3.500/4.000 inoculazioni quotidiane, distribuite tra le diverse sedi distrettuali.
Ma il coro è unanime perché, ormai restano solo i pazienti che hanno scelto di non vaccinarsi. La media dei dissidenti, ottenuta dall'ascolto di circa una decina di medici di famiglia dislocati in diversi comuni del territorio fa emergere un totale di circa 250 persone non vaccinate per 1.500 assistiti. Tra i professionisti che rientrano nella casistica appena citata, c'è Luca Milano, medico di famiglia e vicepresidente dell'Ordine che, su 1580 assistiti, tra i quali ci sono oltre 400 under 35, ne annovera 290 non vaccinati. «Stiamo telefonando a tutti dice per invitarli a sottoporsi al vaccino ma ormai sono rimasti solo i pazienti che non vogliono vaccinarsi e, in questi casi, non c'è troppo spazio per le informazioni e le spiegazioni sulla validità e sulla necessità dei vaccini, ancorché valide, fornite da noi medici».