Crisi dei rifiuti a Benevento,
torna la discarica di Piano Borea

Crisi dei rifiuti a Benevento, torna la discarica di Piano Borea
di Gianni De Blasio
Martedì 9 Luglio 2019, 12:00
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In caso di crisi dei rifiuti, Benevento potrebbe utilizzare la vecchia discarica di Piano Borea. Per ora, siamo a livello di ipotesi, anche perché solo una Conferenza di servizi, che vedrebbe al tavolo Regione, Arpac, Asl e gli altri enti deputati, avrebbe la potestà di autorizzare gli sversamenti. Intanto, il sito, localizzato lungo la strada provinciale per Pietrelcina, costituisce la prima opzione, la scelta prioritaria concordata ieri tra Comune e Asia.
 
Già oggi, i disagi per conferire i rifiuti allo Stir di Tufino sono tanti, non sopportabili, al punto che non è di rado che i mezzi debbono tornare senza aver scaricato. Ieri, ad esempio, gli automezzi dell'Asia sono stati ore e ore incolonnati, preceduti da altri 50 camion. Ma a settembre, con il blocco del termovalorizzatore di Acerra, la paralisi del ciclo appare inevitabile. Ovvio che i Comuni si attrezzino per tempo.

Al tavolo, ieri, si sono confrontati il sindaco Mastella, l'assessore all'Ambiente Gino De Nigris, il fresco dirigente del settore Antonio Iadicicco, l'architetto Elena Cavuoto con i tecnici Mazziotti e Testa, mentre l'Asia era rappresentata dall'amministratore unico Donato Madaro e da Scarinzi. Occorreva individuare un sito di stoccaggio provvisorio e la scelta è risultata agevole, soprattutto dopo la deliberazione approvata alcuni mesi fa, proposta dall'assessore all'Urbanistica Antonio Reale, che modificava la destinazione d'uso di quell'area. Atteso che l'attuale destinazione obbliga l'applicazione della tabella che prevede una tollerabilità più bassa degli inquinanti, tale da obbligare alla rimozione e conferimento ad altra discarica di tutti i rifiuti e del primo strato di terreno sino alla restituzione del sito all'esercizio ordinario, per poter conservare la discarica come tale, comunque messa in sicurezza definitiva secondo legge e consentire il passaggio della gestione alla Provincia, Reale propose alla giunta di prendere atto che la destinazione effettiva, corrispondente all'uso del sito, era «discarica comunale rifiuti solidi urbani». Piano Borea, peraltro, non solo è dotata di ampia capacità ricettiva, ma è in grado di accogliere sia l'indifferenziata che l'umido, in quanto una delle due vasche è ermetica.

Oltretutto, pure l'umido rischia di divenire un problema: la gara indetta dall'Asia ieri è andata deserta, non ha registrato alcun interesse. Con la ditta attuale, il contratto sarà in essere soltanto per altri 4 mesi, il che obbliga l'azienda a ripubblicare il bando in tempi brevissimi, dopo aver esperito un'indagine di mercato relativa ai prezzi. Per ottobre, Madaro conta di aver risolto ma, in ogni caso, il piano di emergenza che garantisca un minimo di stoccaggio sarà definito. Ovviamente, dopo che la Regione e gli altri enti deputati a esprimere i pareri avranno dato il loro assenso.

La discarica di Piano Borea fu chiusa ai conferimenti in via definitiva il 31 marzo 2001. A marzo 2015, la Regione informava il Comune del finanziamento delle indagini ambientali preliminari presso le discariche comunali non più in esercizio rientranti nell'elenco dei siti potenzialmente contaminati, tra cui Piano Borea. Poi, nel 2017, l'Arpac rilevava alcune non conformità connesse alla fase di gestione post-operativa degli invasi. Dopodiché, il Comune ha proceduto all'approvazione del progetto di servizi con il costo totale pre-gara di 50.000 euro avviando la procedura di affidamento dei servizi di caratterizzazione e analisi. A maggio di un anno fa, la Regione ha approvato il progetto di caratterizzazione ammettendo il Comune al relativo finanziamento.
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