Il grido d'allarme di Confindustria:
«Per il Sannio il futuro è adesso»

Il grido d'allarme di Confindustria: «Per il Sannio il futuro è adesso»
Lunedì 25 Ottobre 2021, 07:59
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«Riempire spazi e colmare distanze: credo che non potessimo scegliere slogan migliore noi Giovani di Confindustria per il nostro 36esimo convegno di Capri, quest'anno svoltosi a Napoli». È Biagio Flavio Mataluni, presidente Confindustria Giovani Benevento, ad analizzare il particolare momento delle aree interne rispetto alle potenzialità di sviluppo per i giovani, anche rispetto alle sfide dell'innovazione. «Ho apprezzato tantissimo gli interventi di Riccardo Di Stefano e Vittorio Ciotola (presidente nazionale e regionale), per un motivo molto semplice: hanno scelto la verità, i fatti e non la celebrazione che pure il contorno poteva indurre - scrive Mataluni in una nota -. Quando si parla di Sannio gli spazi da riempire e le distanze da colmare si amplificano a dismisura: gli spazi, perché se pensiamo che con la provincia di Avellino le aree interne rappresentano il 44% del territorio regionale; le distanze, perché sono enormi, ancora più grandi rispetto a quelle delle aree costiere. E dunque gli spazi enormi da riempire. Di cosa? Di giovani, quelli che se ne vanno perché i nostri spazi sono stati svuotati e paradossalmente, consentitemi il gioco di parole, non c'è spazio per loro. Come? Dando un senso a quegli spazi, con la formazione, le idee vincenti, i progetti con approcci multidisciplinari e non calati dall'alto».

Poi, Mataluni fa riferimento alla sfida dei fondi europei. «I miei colleghi hanno parlato del Pnrr, Riccardo ha avuto il grandissimo coraggio e il merito di chiedere di smetterla di dare a quei fondi l'aura della santità: senza progetti seri quei fondi si trasformeranno in un boomerang. E, nel caso delle aree interne, probabilmente, il de profundis». «Non possiamo pensare - prosegue - che luoghi dove l'età media dei dipendenti della Pubblica amministrazione è altissima, dove si opera sotto organico, dove già oggi non si è assolutamente in grado di gestire e trasformare in progettualità i fondi europei che arrivano ordinariamente, possano non domani, ma oggi, gestire quella mole straordinaria di fondi e renderla strutturale. E allora? Gli spazi vanno riempiti formando figure apposite. Lo stiamo facendo? La risposta datela voi».

Mataluni aggiunge, nella riflessione, anche un focus sulle «distanze. È il tema degli ultimi anni - continua - per le aree interne, no? Siamo lontani da tutto: un ragazzo che da Montesarchio o Sant'Agata de' Goti deve frequentare l'università a Napoli è costretto a quattro ore di viaggio al giorno, se pendolare. Aggiungendo le ore di lezione e quelle di studio, parliamo di una condizione di pesante svantaggio rispetto agli altri». «Un'azienda che deve trasportare merci - aggiunge il leader dei giovani industriali di Benevento - avrà un gap pesante rispetto alle concorrenti, magari del nord, che hanno collegamenti molteplici ed efficienti: quel gap di traduce in maggiori costi, che ovviamente incidono sulla capacità di assumere, di formare, sulla competitività. Da imprenditore non amo parlare al futuro: diremo, faremo, vedremo sono tempi verbali che non mi piacciono, e dunque dire che su questi temi ci giocheremo il futuro per me è scorretto. Ce lo stiamo giocando».
 

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