Polemiche sul completamento dei lavori in piazza Annunziata, che da mesi è un cantiere a cielo aperto, e sui relativi costi per concludere l'opera. A sollevare nuovamente la questione sono i tre consiglieri di minoranza Giulia Abbate, Giuseppe Maltese e Biagio Supino, che hanno interrogato il sindaco Vincenzo Falzarano in riferimento alla sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato il project financing, progetto che prevede la gestione e la manutenzione della pubblica illuminazione e, appunto, il rifacimento della centralissima piazza, simbolo della cittadina caudina, e dei porticati di via Dante Alighieri.
«Piazza Annunziata versa nel degrado scrivono i consiglieri d'opposizione e fino ad ora abbiamo ascoltato solo inutili proclami in antitesi alla complessa gravità urbanistica, economico patrimoniale e della sicurezza del cantiere.
Ma da Palazzo Montevergine spiegano che il progetto per il completamento della piazza è in fase di elaborazione da parte dei tecnici e che «secondo un primo calcolo dice il sindaco Falzarano - per concludere l'opera occorrono circa 100mila euro. A settembre farò redigere il progetto per il completamento della piazza anche se manca poco, e lo faremo con un piccolo mutuo ma è necessario il tempo tecnico per procedere secondo la prassi». Il primo cittadino ha sottolineato che c'è «l'impegno dell'amministrazione per consegnare alla comunità una piazza adeguata al contesto e al prestigio della città. Mi meraviglia che questa interrogazione sia stata fatta anche da chi conosce bene la macchina amministrativa. Chi oggi mi interroga su questa vicenda fino allo scorso anno faceva parte della nostra amministrazione e, dunque, conosce bene la complessità della materia. Infatti, all'indomani della messa in opera del project financing abbiamo cercato anche un responsabile esperto per il piano economico e finanziario, questa idea era stata condivisa da tutti, anche da chi oggi è all'opposizione. Le continue polemiche sollevate dalla minoranza consiliare sembrano dei pretesti per far perdere tempo ai nostri uffici che, come noto, sono già ridotti all'osso».