Omicidio suicidio a San Marco dei Cavoti: «Franco amava la sua famiglia, è un gesto incomprensibile»

Alessandro lavorava come tecnico nell'ambito delle aziende che hanno la manutenzione delle pale eoliche

Omicidio suicidio a San Marco dei Cavoti
Omicidio suicidio a San Marco dei Cavoti
di Enrico Marra
Martedì 4 Luglio 2023, 11:00 - Ultimo agg. 5 Luglio, 09:34
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«Una famiglia modello, non riesco nemmeno a immaginare cosa possa aver scatenato un tale dramma». Francesco Cocca primario della divisione di neonatologia dell'ospedale «San Pio», già a lungo sindaco di San Marco dei Cavoti dove tuttora risiede è affranto con quella famiglia finita alla ribalta della cronaca c'era da tempo un consolidato rapporto di amicizia: «è stata mia moglie mentre ero in auto diretto in città ad avermi dato questa notizia. Sono rimasto pietrificato. Conoscevo Francesco De Corso da sempre. Ero solito andare spesso anche nella sua casa alla contrada Turone, in particolare quando in occasione di alcune iniziative di cui ero promotore si facevano delle raccolte fondi. E non si sottraeva mai dal dare il suo contributo. Sempre cortesissimo insieme alla moglie come del resto gli altri familiari ti riempivano di gentilezze. Un modo di essere cortesi comune anche agli altri componenti la famiglia, tra cui appunto il figlio Alessandro, che abitava a pochi metri dall'abitazione del padre con la moglie».

Qui da una decina di anni da pensionato curava l'orto e qualche terreno adiacente.

Un lavoro non molto impegnativo perchè aveva avuto in passato qualche problema cardiaco tanto è vero che aveva lasciato con qualche anno di anticipo attività che aveva svolto per alcuni decenni presso l'azienda «Costantini»di San Marco che opera nel settore del legname. 

Qui Francesco De Corso svolgeva un ruolo di «tuttofare» si occupava in particolare del recapito dei prodotti presso glia acquirenti ma non tralasciava anche di fare altri adempimenti all'interno dell'azienda. Una volta andato in pensione aveva donato un' abitazione di sua proprietà al centro del paese alla figlia che si era sposata e che attualmente vive appunto a San Marco insieme al marito ed a tre bambini e Francesco De Corso appariva a tutti fino ad ieri pomeriggio un nonno felice. Al figlio Alessandro aveva riservato un'altra casa poco distante dalla sua.

Mentre un altro figlio risiede al nord dove lavora e vive con la moglie, e torna in paese solo in occasione delle festività e delle ferie estive. Alessandro lavorava come tecnico nell'ambito delle aziende che hanno la manutenzione delle pale eoliche. Un lavoro tra l'altro ben retribuito e conduceva unitamente alla moglie una tranquilla esistenza. Tra l'altro era legatissimo alla consorte ed agli altri congiunti. Nei momenti di relax aveva l'hobby di ricavare dalle zucche una sorta di sculture. Una capacità non comune di cui andava fiero ed infatti molte si queste sculture artigianali erano oggetto di doni agli amici ed ai conoscenti, e molti in paese sono in possesso di queste zucche che rappresentano vari personaggi dimostrando anche una grande fantasia. Lavoro ed hobby e nessun contrasto fino al dramma di ieri pomeriggio.

«Cerco di immaginare cosa posa essere accaduto - aggiunge Francesco Cocca - ma è difficile tentare di giungere ad un possibile movente. Evidentemente nel suo cervello è scattato un momento di follia che lo ha portato a fare un gesto drammatico. Poi accortosi di quello che era accaduto è forse tornato in se, ha deciso di farla finita. Solo ascoltando i suoi familiari nelle prossime ore, forse, si riuscirà a stabilire che cosa posa averlo adirato al punto da perdere l'autocontrollo. Tra l'altro con un carattere così mite mi chiedo come mai detenesse quella pistola». Un arma peraltro detenuta da tempo e in piena regola. 

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