Parcheggio Orsini chiuso: la tripla censura e i paletti del Puc

La piazza è ancora inaccessibile

Parcheggio Orsini chiuso: la tripla censura e i paletti del Puc
di Paolo Bocchino
Lunedì 29 Gennaio 2024, 09:38
4 Minuti di Lettura

Piazza Orsini non può essere un parcheggio. La chiusura dello stazionamento a pochi metri dal Duomo sarà definitiva. Non lascia margini a dubbi l'ordinanza di decadenza firmata nei giorni scorsi dal dirigente del settore Attività produttive del Comune Alessandro Verdicchio a scapito della Fi.Vi. srl, società beneventana che gestiva da otto anni l'area di sosta a pagamento.

Sono tre le motivazioni alla base del provvedimento municipale: «Non veridicità degli stati e delle condizioni dichiarate dall'istante; violazione delle prescrizioni amministrative; venir meno del requisito della temporaneità dell'attività». Di qui la decadenza della segnalazione certificata di inizio attività che permetteva a Fi.Vi.

di disporre di 70 posteggi in uno dei quadranti più ambiti della città. Sulla scorta delle verifiche espletate dalla polizia municipale e dall'ufficio Urbanistica, Verdicchio ha annullato i titoli abilitanti dopo aver accertato le violazioni delle prescrizioni poste a base dei nulla osta all'attività.

Con la prima Scia presentata a giugno 2016, la società aveva garantito «che l'area non sarebbe stata interessata da lavori che potessero apportare modifiche allo stato dei luoghi, che gli accessi non avrebbero intralciato la normale transitabilità e i flussi del traffico pubblico e privato, che gli stalli non avrebbero interessato la particella di proprietà comunale originariamente destinata a viabilità pubblica». Prescrizioni integrate ad aprile 2019, quando lo sportello unico attività produttive di Palazzo Mosti concedeva un nuovo disco verde a Fi.Vi. a patto che venisse inoltre applicata «tariffa oraria con riduzione nella prima e seconda ora di parcheggio, onde favorire le attività commerciali», che fosse allocato «apposito automatismo di ingresso e di uscita, in modo da eliminare la struttura temporanea in legno e permettere che il servizio fosse garantito nelle 24 ore rendendo possibile il parcheggio notturno ai residenti». Ma soprattutto, sancendo «il carattere di temporaneità dell'attività di parcheggio, con obbligo di liberare le aree e rimuovere i dispositivi in essere, senza opposizione e pretesa di ristoro, ove il Comune avesse manifestato la volontà di intervenire sulle aree».

Video

Lo stop è stato decretato in quanto in piazza Orsini, Piano urbanistico alla mano, non dovrebbe esserci un parcheggio. Una circostanza conclamata fin dal 2016, quando gli uffici comunali attestarono che l'attività di parcheggio si sarebbe potuta esplicare solo se temporanea, rientrando l'area nel Puc tra i siti destinati ad «aree pubbliche costituenti spazi aperti significativi come piazze, slarghi, luoghi di aggregazione sociale». Soltanto il presupposto della temporaneità aveva permesso di derogare alla conclamata inidoneità urbanistica, temporaneità che però si è protratta, nella migliore tradizione italica, in otto anni di lucrosa attività.

Fino al recente stop opposto da Verdicchio, firmatario del provvedimento che ordina a Fi.Vi. «il ripristino dello stato dei luoghi e la rimozione immediata delle installazioni che non consentono il libero accesso nella piazza, delle fioriere a chiusura dell'area adibita a parcheggio, della struttura in legno prefabbricato munita di servizi igienici con scarico acque in fogna, dei cordoli in cemento per delimitare le corsie di ingresso in entrata e in uscita». Rilievi ai quali, peraltro, la società non ha opposto controdeduzioni, indizio di piena fondatezza delle contestazioni. I gestori hanno interrotto le attività dall'inizio della settimana, ma al momento non hanno ottemperato all'ordine di ripristino dei luoghi che risultano di fatto inaccessibili pur essendo in larga parte di proprietà dei privati riuniti nel Consorzio Cepio, e in parte di proprietà comunale.

Forse Fi.Vi. confida in qualche escamotage autorizzativo o in un ricorso giudiziario che possano riaprire i giochi, come lascerebbe intendere il cartello ancora possibilista che informa la interdetta clientela della «chiusura fino a data da destinarsi». Eventualità che appare comunque remota, dal momento che la centralissima e prestigiosa area a un passo dalla Cattedrale e dal Museo archeologico diocesano non è destinata a parcheggio neanche nel redigendo Puc. Opzione ancor più da scartare se risultasse vero, come si vocifera, che il caso sia già all'attenzione anche degli organi inquirenti. Il blocco delle attività ha comunque privato di una preziosa opportunità le centinaia di automobilisti e i commercianti che ogni giorno fruivano dello stazionamento in zona Duomo per raggiungere corso Garibaldi e il centro storico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA