Due indagati per il ripristino del Ponte Ufita nel territorio di Sant'Arcangelo Trimonte. Si tratta di Stefania Rispoli, 52 anni, napoletana, direttore dei lavori, e Michele Pignone, 59 anni, amministratore unico dell'impresa che eseguiva i lavori. Il sostituto procuratore Licia Fabrizi ha sancito la conclusione delle indagini avendo ravvisato ipotesi di reato, ovvero la violazione di norme paesaggistiche. Secondo l'accusa la Rispoli era direttore dei lavori per il ripristino del ponte sull'Ufita, affidati dalla Provincia al Consorzio Sac di Torrecuso e poi sub appaltati alla F.M.P. costruzioni generali srl di cui Pignone era l'amministratore unico.
I lavori sarebbero avvenuti senza la prescritta autorizzazione paesaggistica.
Un'area, quella citata, vincolata e collocata a 150 metri dalla sponda del fiume, iscritto nell'elenco delle acque pubbliche, da cui sono stati asportati oltre 10mila metri cubi di inerti fluviali impegnati all'interno dello stesso cantiere per realizzare piste temporanee e piattaforme necessarie alla movimentazione e alloggio dei macchinari necessari alle demolizioni.
Il ponte era stato danneggiato dall'alluvione del 2015 lungo la strada provinciale 34, e a gennaio il presidente della Provincia Antonio De Maria con altri sindaci dei Comuni interessati all'asse viario, che in particolare sono, oltre a Sant' Arcangelo Trimonte, Paduli, Apice, aveva proceduto all'inaugurazione a distanza di 5 anni dall'alluvione, anche se con alcune limitazioni al traffico veicolare che avevano provocato una presa di posizione del sindaco di Apice. Il presidente della Provincia aveva tenuto a precisare che compatibilmente con le norme anti-Covid che rallentavano la funzionalità e l'accesso ad alcuni uffici come il Genio Civile anche le limitazioni sarebbero state eliminate. I due indagati sono difesi dagli avvocati Nicola D'Archi e Andrea De Longis.