Sfregio nella cappella dell'ospedale:
danneggiate due statue

Sfregio nella cappella dell'ospedale: danneggiate due statue
di Giuseppe Di Martino
Lunedì 13 Giugno 2022, 07:30 - Ultimo agg. 22:38
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Raid sacrilego nella cappella dell'ospedale «San Pio» di Benevento, dove mani, per il momento ancora ignote, hanno distrutto la statua di San Pio e danneggiata in più punti del corpo quella della Madonna. Sconcerto al momento della scoperta fatta ieri mattina. Una giornata amara per tutta la comunità beneventana.
L'allarme è stato lanciato dal cappellano dell'ospedale, padre Angelo Carfora, avvertito dal personale delle pulizie che per primo nella mattinata ha fatto ingresso nel luogo di preghiera e raccoglimento. Immediatamente sul posto è intervenuta la polizia con gli agenti della Digos che hanno acquisito le immagini registrate dalle telecamere dell'impianto di videosorveglianza installate nei corridoi e nella stessa cappella per risalire all'autore del raid vandalico.

Il direttore generale dell'azienda ospedaliera, Mario Ferrante, si è detto «molto dispiaciuto e amareggiato» per la vandalizzazione delle due statue nel luogo sacro, dove spesso i pazienti e i loro familiari si recano in devozione per pregare e per ringraziare dopo il buon esito di interventi chirurgici e degenze. «Non mi aspettavo che potesse succedere qui una cosa del genere continua Ferrante - è una brutta domenica per me e, penso, anche per i cittadini di Benevento.

Confido nell'azione degli inquirenti per accertare gli autori di un deprecabile atto di vandalismo, che offende Dio, credenti e non credenti. Per questo ospedale ci metto l'anima e vedere profanata una zona di preghiera è un gesto bruttissimo. Mi dispiace molto perché episodi del genere non dovrebbero mai succedere, ancor di più in una città tranquilla come Benevento. Le persone hanno bisogno di credere e di luoghi, che, particolarmente nei momenti di difficoltà, aiutano a ritrovare forza e coraggio».

Unanime la condanna da parte di tutta la società civile. E sull'accaduto è intervenuto anche il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, giudicando quanto avvenuto «un gesto riprovevole e senza senso». «Si può avere fede o non averla - ha aggiunto Mastella - ma il rispetto dei luoghi sacri è un elemento primario di civiltà. Ci auguriamo che episodi come questo siano censurati dal buon senso comune e che presto gli autori siano consegnati alla giustizia».

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Il vile atto sacrilego è stato compiuto nella notte tra venerdì e sabato, e non è escluso che si possa essere trattato di un'azione isolata da parte di uno squilibrato. A commentare il triste episodio il cappellano padre Angelo Carfora, visibilmente amareggiato, che ha espresso profonda contrarietà per questo gesto deplorevole: «Non ci sono motivi precedenti, ripicche o altre cose che possano esser capitate nei giorni scorsi. È un gesto folle e senza senso, un episodio spiazzante che sarebbe stato meglio che non accadesse. Qualunque sia il movente di un simile gesto si tratta di un episodio di estrema ignoranza. Esprimo la più ferma condanna per un simile gesto oltraggioso e incivile».

La piccola cappella «Bambino Gesù di Praga», da sempre utilizzata per la celebrazione delle messe e le preghiere dei pazienti e dei loro familiari è situata al primo piano del padiglione Rummo. Da anni è diventata un po' come una seconda casa per il cappellano Carfora: «Danneggiare senza motivo un luogo sacro - ha sottolineato - è un atto gravissimo, oltre che blasfemo, non mi aspettavo che si sarebbe arrivati a tanto. Speriamo che dalle immagini del sistema di videosorveglianza gli inquirenti possano risalire agli autori di questo gesto ignobile e insensato che va al di là di una bravata e che lascia sgomenti tutti. Un gesto assolutamente da condannare. Questo episodio di vandalismo rappresenta un gesto talmente grave che la comunità non può rimanerne indifferente. Lo sconcerto di tutti noi è grande, ci chiediamo il perché di un simile atto, lasciatemi dire, tanto ignobile quanto gratuito: cosa sta succedendo alla nostra società? Sono situazioni che spezzano il cuore di tutti noi».
 

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