L'assedio di Gaeta, Fenestrelle e brigantaggio, il sito dei Carabinieri aggiorna i suoi giudizi. Poi li cancella.

L'assedio di Gaeta, Fenestrelle e brigantaggio, il sito dei Carabinieri aggiorna i suoi giudizi. Poi li cancella.
Venerdì 31 Gennaio 2020, 16:56 - Ultimo agg. 14 Febbraio, 11:49
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L'interpretazione di dati, documenti, testimonianze, libri e giornali è elemento distintivo dello scrivere di storia. E fa la differenza con la cronaca, la pura erudizione e l'aneddotica. Lo sosteneva, a ragione, Benedetto Croce nei suoi lavori sulla storiografia.

Su uno stesso spartito, l'interpretazione può avere innumerevoli varianti. Adattamenti, nuovi arrangiamenti, tonalità differenti. Nella diversità, l'importante sarebbe conservare sempre lo spirito e il significato profondo che al suo spartito voleva dare l'autore, così come nella storia la credibilità nell'interpretazione si conquista con la varietà delle fonti, la loro valutazione, il loro inserimento nel contesto dell'epoca, la conoscenza di precedenti interpretazioni da rispettare. E' la famosa onestà intellettuale, anche dello storico, di cui tanti si riempiono la bocca, ma non tutti sono rispettosi per ansia di originalità, difesa di rendite culturali, interessi politici o di altro tipo.

Mi scuso per la lunga premessa, che è anche breve sintesi delle mie convinzioni sulla storiografia e sul mestiere dello storico. Ma le riflessioni sono scaturite dalla lettura, quasi per caso, dello scritto pubblicato sul sito Internet ufficiale dell'Arma dei carabinieri sulla storia d'Italia. Una positiva sorpresa, che riguarda l'interpretazione di alcune vicende del 1861, l'anno clou del nostro Risorgimento e dell'unificazione italiana.

Assedio di Gaeta, brigantaggio, Fenestrelle sono gli argomenti presi in esame, con efficace sintesi, nel testo. E vengono riviste alcune interpretazioni "sedute" del passato, prive di ulteriori approfondimenti. Così, il brigantaggio viene ora definito "prima grande rivolta armata" e, riprendendo i dati riportati dalla relazione della commissione parlamentare per il brigantaggio, approssimati per difetto, sono citate le cifre dei morti nelle "bande brigantesche": 5212 uccisi in combattimento o fucilati; oltre 5000 arrestati.

Onestà intellettuale, appunto, dall'Arma dei Carabinieri che fu impegnata nella repressione del brigantaggio ed ebbe decine di morti nei combattimenti. Un'onestà di analisi critica che viene confermata dalla frase successiva: "La questione dell’insorgenza è stata sempre tenuta nell’ombra dalla storiografia risorgimentale. Nascoste o sottovalutate le gravi colpe dell’invasore piemontese". I termini contano: "invasore" piemontese con le sue colpe, omissioni della storiografia risorgimentale.

Nell'assedio di Gaeta, "i soldati borbonici si comportarono da eroi" ma, "anziché avere l'onore delle armi, furono inviati nei campi di concentramento di Fenestrelle e San Maurizio Canavese". A nessuno sfugge l'importanza di questo testo, perchè rivede giudizi aprioristici e chiusure - e lo fa in un sito Internet istituzionale - del passato. La storia è sempre revisione delle revisione, perchè è ridiscussione con occhi aggiornati di continuo, sulla scia di nuovi studi e riletture approfondite di documenti vecchi e nuovi, diceva qualcuno. E aveva ragione.

Insorgeranno i critici delle interpretazioni pubblicate sul sito dei Carabinieri, grideranno alla lesa maestà e alla verità solo da loro scoperta e detenuta. Purtroppo, l'uso della storia negli ultimi tempi è sempre strumentale e funzionale a qualcuno, anche nelle comunità accademiche cui Croce non volle mai appartenere per scelta. Neanche Franco Molfese, il più importante studioso del brigantaggio post-unitario degli ultimi 70 anni, era un accademico. Ma questo è un altro discorso.

Va invece guardata con favore la nuova sensibilità e la volontà di capire a 360 gradi la nostra storia, dimostrata dall'Arma dei Carabinieri. Lo spartito è lì, ma ha bisogno sempre di approfondimenti, letture accurate e visioni multidisciplinari per essere ben compreso a distanza di tempo.

Purtroppo, a 12 giorni dalla prima pubblicazione di questo blog, che ha sollevato clamore con oltre 12mila contatti finora raggiunti, qualcuno (chissà seduto dietro quale scrivania) lo ha segnalato. E il risultato, visibile a tutti, è che ora sulla pagina dei Carabinieri compare la scritta "non trovata". Sicuramente, ricomparirà riscritta, corretta e omologata. Anche se, nel frattempo, in tanti l'hanno fotografata e registrata temendo quello che poi è avvenuto.

Concludevo, nella prima versione di questo blog, che chi voleva leggere direttamente il testo, nella speranza che a nessuno fosse venuta voglia di rimuoverlo o modificarne il contenuto, poteva trovarlo sul link:
http://www.carabinieri.it/arma/ieri/storia/cc-nel-900-italiano/fascicolo-2/l%27alba-del-secolo---parte-1-1861-1900-pag-2?fbclid=IwAR3VFwNFz3YnFXRVMsFDefBkYWms2BPxUc3b202x1vS-o-sXOf1WUIpiOKM
A questo indirizzo quel testo non compare più, ma il web è dispettoso e non si perde nulla. Resta sempre traccia di versioni precedenti delle pagine nei server e si possono recuperare. La vecchia pagina, ora rimossa dal sito ufficiale, si può dunque leggere su questo nuovo link:
http://web.archive.org/web/20190812164123/http://www.carabinieri.it/arma/ieri/storia/cc-nel-900-italiano/fascicolo-2/l'alba-del-secolo---parte-1-1861-1900-pag-2

Ero stato troppo fiducioso. Come lo fu Andrea Camilleri che, in occasione delle celebrazioni garibaldine, scriveva, poi pubblicato da Sellerio nel 2015: "La verità è che il Risorgimento fece l'Italia quale poi ce la siam trovata noi italiani, lacerata e divisa. Divisa tra italiani ricchi e italiani poveri. Fra italiani del nord e italiani del sud. Fra italiani dotti e italiani analfabeti. Tutte divisioni che oggi noialtri italiani, faticosamente, penosamente, stiamo cercando di colmare. Ma per far questo dobbiamo sapere la verità su come l'Italia fu fatta".
Già, chi ha paura della ricerca della verità storica e rimuove pagine ufficiali da Internet? Ah, saperlo, saperlo, diceva Riccardo Pazzaglia.
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