C'era una volta via Chiaia, come si trasforma in un suk un'antica strada napoletana

Giovedì 3 Luglio 2014, 17:17
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C'era una volta via Chiaia. Siamo a Napoli, a due passi da piazza Plebiscito. Con via dei Mille, è una delle più eleganti e conosciute strade di Napoli per lo shopping d'élite, osano ancora scrivere alcune guide turistiche. Ma i napoletani, e soprattutto qualche turista di passaggio, hanno visto in che genere di suk è ridotta l'antica via, dalle prime ore della sera a notte?

C'era una volta via Chiaia. Scellerate politiche di licenze commerciali l'hanno trasformata da strada di bei negozi di abbigliamento, scarpe e oggettistica a bazar di gelaterie, pizzetterie e friggitorie. Manca solo il banchetto di 'o pere e 'o musso, o una pescheria e i turisti, che alloggiano nei tre B&B della strada, potranno provare l'ebbrezza di ritrovarsi in un folkloristico mercatino orientale. Con tutto il rispetto...

Le ho contate, negli ultimi mesi: in pochi metri, ben 6 tra gelaterie e yogurterie, 3 friggitorie tra patate olandesi, americane e sfizioserie napoletane, 1 pizzetteria, 1 grafferia. Tavolini piccoli e grandi, chissà se autorizzati, invadono senza criterio estetico la già angusta stradina dal caldo insopportabile per l'aria scaricata da decine e decine di condizionatori di ogni dimensione. E' un perfido e lento assedio, che alla lunga finirà di snaturare l'antico volto della strada dallo storico ponte.

C'è chi cita ancora questa strada, ricca di due chiese, un teatro, un palazzo antico, come quella dell'antica pizzeria Brandi e dello storico bar Gambrinus. Ma che pensare, quando a ridosso di piazza Carolina, proprio accanto all'agenzia del Banco di Napoli, ci si perde  in un carretto ambulante, con musica a tutto volume, dove si vendono granite e bevande con licenza regolare, tenute in ghiacciaie alimentate da corrente elettrica allacciata, attraverso un nodoso cavo volante a terra, in un portone vicino.

Una bellissima immagine della città, non c'è che dire, folklore caro ai luoghi comuni, a pochi metri dal San Carlo e da Palazzo Reale. Ma non è finita: a negozi chiusi, con cuoppi di patate abbandonati, secchielli di gelati unti di ogni tipo, la strada è spettacolo da discarica di immondizia. 

C'era una volta via Chiaia, la sera i vasi delle fioriere diventano cestini di monnezza. Attorno alle fioriere, in assenza di cassonetti, nugoli di sacchetti di condomini e negozi. Sacchetti trasformati in palloni da calcio da bande di ragazzini insonni. Uno spettacolo da day after.

Il giorno dopo, si ricomincia. Scomparsi i sacchetti, resta il caos, l'odore di fritto, la confusione. C'era una volta via Chiaia, con i negozi di abiti da sposa e i bottoni artigianali di Tramontano. Noblesse oblige.
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