Pontelandolfo, l'anniversario e la delibera della "città martire"

Martedì 12 Agosto 2014, 17:43
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Sono passati ormai quattro anni. Era il 28 settembre del 2010 quando il Consiglio comunale di Pontelandolfo, all'unanimità, dichiarò la cittadina in provincia di Benevento "città martire" dell'unità d'Italia. Uno status che campeggia sul cartello d'ingresso alla località così amata e frequentata da molti anni dal regista Ugo Gregoretti.

"Città martire" per le vicende che pochi ormai non conoscono. Le vicende di quel 14 agosto del 1861 su cui ricorre l'anniversario in questo mese. L'eccidio più drammatico e famoso compiuto dai bersaglieri per "diritto di rappresaglia" in un territorio non in guerra, per vendicare la morte di 41 soldati massacrati da cittadini e briganti.

Un eccidio da guerra civile, con non meno di 164 morti e decine di vittime mai accertate che, come ho documentato in questo stesso blog il 27 aprile scorso parlando dei diari del suddiacono Nicola Nola di Venafro, vennero fucilate nei giorni successivi tra i fuggitivi inseguiti e rastrellati dai soldati. Militari italiani da 5 mesi, dopo la formale proclamazione di Vittorio Emanuele II re d'Italia.

La vicenda storica è troppo nota, oggi, per riparlarne ancora. Quando nel 1998 pubblicai il mio "1861 - Pontelandolfo e Casalduni un massacro dimenticato", lo proposi ad un collega noto, che curava una rubrica di libri in tv. Mi rispose che si trattava di "vicenda di storia locale". Per fortuna, sedici anni dopo, quell'episodio di "storia locale" è ormai da quasi tutti considerato parte della storia nazionale.

Merito di ricercatori, di polemisti meridionali, di associazioni, dei pontelandolfesi più impegnati come Renato Rinaldi che cura da anni un bel sito informativo online: "Pontelandolfo news". Ricordare non significa dividere il Paese e in questo spirito la delibera consiliare di quattro anni fa parlava di città martire come "simbolo della sofferta e dolorosa conquista della tanto agognata unità d'Italia".

Lo stesso Aniello Cimitile, ex rettore dell'Università del Sannio ed ex presidente della Provincia di Benevento, scrisse che era tempo "che l'Italia e la storia diano pace a quei morti, per un riconoscimento che è un atto di giustizia e civiltà dovuto".

Una riconciliazione storica, se anche Achille Variati, nel 2011 sindaco di Vicenza, la città dove era nato il colonnello Pier Eleonoro Negri che aveva comandato i bersaglieri nell'eccidio, scrisse: "mi inginocchio davanti alle vittime innocenti del 1861, cui per tanto tempo, troppo tempo, non c'è stata la verità".

Come ogni 14 agosto, anche quest'anno a Pontelandolfo si terrà una giornata di ricordo. A Biccari in provincia di Foggia, hanno intitolato una strada ai martiri di Pontelandolfo, nella cittadina sannita hanno modificato la toponomastica dedicando delle vie ad alcune vittime del 1861. Dagli Stati Uniti, Randy Philip Edward Orso, discendente di una famiglia, tra le tante, di pontelandolfesi emigrati negli Stati Uniti (in gran parte nella cittadina di Waterbury), ha scritto: "Il mio bisnonno fuggì dal massacro, spero che oggi tutti i fuggitivi richiedenti asilo siano accolti".

Anche a questo serve la memoria storica: ricordare, per evitare errori e orrori passati. Purtroppo, le tristi vicende e i massacri di questi giorni in più parti della terra non sono di buon auspicio per sperare in un mondo di pace e non violenza.
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