Aldo Balestra
Diritto & Rovescio
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Il Covid negato
e il sequestro vero

Le concitate fasi dell'arrivo della polizia in un'immagine tratta dal Tg 1-Twitter. Sotto, Lucia Goracci
Le concitate fasi dell'arrivo della polizia in un'immagine tratta dal Tg 1-Twitter. Sotto, Lucia Goracci
di Aldo Balestra
Martedì 14 Dicembre 2021, 00:23 - Ultimo agg. 11:57
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«L'Usigrai: Romania chieda scusa per aggressione a Lucia Goracci» (Ansa, 13 dicembre 2021, ore 23.04)
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Cosa resterà, di questi anni della pandemia? Non sono mica fantasmi di una distorta fantasia, nel mondo, gli oltre 5 milioni di morti e i quasi 270 milioni di contagiati. Cifre solo fino ad oggi. Non sono fantasmi, lo sappiamo, ma se lo negano uomini e donne delle istituzioni, delle rappresentanze democraticamente elette, anche in Europa, c'è da rabbrividire per quel che ancora ci aspetta sul fronte dell'agognata speranza di normalità. Prendi la storia raccontata dall'inviata del Tg1 Lucia Goracci, giornalista coraggiosa da sempre sui fronti dei conflitti, asciutta e diretta nei suoi resoconti (per questo premiata anche con il Premio Serao, dal Mattino), capace di intervistare persino il truce talebano armato fino ai denti dopo la conquista di Kabul: «Perché hai un fucile?», gli aveva chiesto qualche settimana fa, guardandolo dritto negli occhi.

Ora la Goracci, andando in Romania, pensava di stare in Europa e poter raccontare liberamente come mai in quel Paese il tasso di vaccinati fosse così basso da emergere con nettezza nei report di questa necessaria classifica. Lo ha fatto ascoltando un medico di un ospedale («Vorrei che chi non ci crede venisse qui a vedere cosa accade nelle terapie intensive», le ha risposto il giovane sanitario), ma cercando di comprendere anche perché le tesi no-vax albergassero - con tanto seguito - in esponenti del parlamento rumeno. E così ha preso appuntamento con Diana Iovanovici Sosoaca, avvocato e senatrice dell'ultradestra, che conta un gran numero di sostenitori e non è nuova a proteste clamorose, come quella volta che si presentò in Aula con la maschera di Hannibal the cannibal.

Ha iniziato ad intervistarla, ma all'improvviso la Sosoaca ha chiuso a chiave la porta del suo studio, impedendo alla Goracci e alla troupe di giornalisti ed operatori di uscire. Sono volati schiaffi, minacce. La Goracci non s'è persa d'animo e riuscendo ad uscire - approfittando di un momento di disattenzione della senatrice e di tre uomini che erano con lei - s'è rivolta alla polizia. Solo che gli agenti, spinti anche dalla politica rumena, hanno concentrato la loro attenzione solo sui giornalisti, controllandoli, ispezionando documenti ed altro, per poi portare i malcapitati reporter in commissariato.

Interrogatori, perquisizioni personali: otto lunghe ore di verifiche, situazione pericolosa risolta solo dall'intervento dell'ambasciata italiana, allertata dalla Goracci.

I giornalisti sono stati liberati e l'inviata è rientrata a fatica in Italia, riuscendo a raccontare poi in parole e immagini - al Tg 1 - quanto accaduto. La vicenda sconcerta. Tesi strampalate ne sentiamo tante e troppe, in questo periodo, bene hanno fatto quei giornalisti televisivi (tra loro Mentana e Vespa) che hanno annunciato di non voler ospitare più in tv laqualunque, non in grado di avere un dibattito pacato e soprattutto sensato con specialisti della materia. Perchè tutti, sia chiaro, non possono parlare del tutto. Soprattutto se questo ha bisogno di adeguata preparazione scientifica.

Ma la vicenda della Goracci colpisce perchè dimostra come esistano - anche nella vecchia e insieme nuova Europa - ampie risacche di negazionismo oltranzista, violento e ingiustificato, magari in grado di abusare dei propri ruoli per la sopraffazione altrui. Amara è stata la considerazione della giornalista, riportata dal Messaggero e dal Mattino: «Ognuno di noi tende, forse, a sopravvalutare la sua capacità di convincere le persone con le parole».

Così come inquieta la diffusione dell'indirizzo privato del premier Draghi sui canali social, rivelazione attuata dai no-vax con l'appuntamento in quel luogo per protestare. Ad armare la mano di qualche esagitato, è noto, si fa presto. E davvero il negazionismo spinto oltre i limiti è quanto di meno dobbiamo e possiamo permetterci, in questo cammino ancora lungo e accidentato.
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«L'ignorante non solo manca di cognizioni, ma abbonda di errori; la sua mente cerca e combina quanto quella d'un uomo istrutto; ma fa una confusione d'osservazioni incomplete e sconnesse di pregiudizii; è una notte non scintillante di stelle, ma popolata di fantasmi» (Cesare Cantù, Attenzione)

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