Il resto di niente dopo Striano

Sabato 29 Agosto 2015, 10:06 - Ultimo agg. 19 Marzo, 09:38
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Pier Vincenzo Mengaldo, storico della lingua e soprattutto critico, intervistato da Paolo Di Stefano per "La Lettura", fa un bilancio della produzione letteraria italiana, dice molte cose – alcune discutibili – soprattutto ricorda e salva alcune opere di Ermanno Rea, e il grande romanzo di Enzo Striano “Il resto di niente”. Sembra quasi che Napoli, ai suoi occhi, abbia una possibilità – letteraria – in più rispetto all’Italia. O almeno goda di tentativi migliori di ragionamento e restituzione. C’è nel discorso di Mengaldo una schiettezza da vecchio critico e una forza delle idee che manca totalmente ai pezzi che invece “IL” magazine del “Sole24ore” apparecchia in due liste sul grande romanzo italiano e quello americano, nella prima si bordeggia l’incesto tra amici e crew: c’è l’inutile Vincenzo Latronico e manca il bravissimo Francesco Maino; nella seconda – quella americana – c’è di tutto ma non Richard Ford, che è come fare l’elenco dei grandi calciatori olandesi senza Cruyff, che poi è anche il miglior scrittore d’Olanda. 
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