Ladro Lui, Ladro Io 

Sabato 21 Novembre 2015, 21:45 - Ultimo agg. 19 Marzo, 09:39
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Uno legge Hanif Kureishi e pensa alla grandezza di Briatore. Kureishi prima che un bravo scrittore è sicuramente una brava persona, pure troppo. Impiega settanta e fischia pagine per convincerci che lo è, truffato, perde tutti i suoi risparmi – che non erano per speculazioni ma per far studiare i suoi figli – e invece di denunciare il suo truffatore scrive “Un Furto” (Bompiani), ci va giù di Freud e Nietzsche, spruzza un po’ di religione e di storie di famiglia e si libera dalla schiavitù, vendicandosi: dice. Il truffatore diventa un personaggio da raccontare e scrivendo da amare, difendere, coccolare, con una pazienza tra il Dalai Lama – che pure si sarebbe incazzato – e Forrest Gump – che pure avrebbe capito l’inganno –. Sarà vero che è sempre il peggiore che fa batter più forte il cuore di uno scrittore, sarà anche vero che bisogna dare una occasione a chi sbaglia, sarà anche vero che bisogna dare una seconda occasione a chi continua a sbagliare, ma poi scatta non tanto il fiuto di Briatore quanto il pragmatismo di Totò che urlava “paliatone” a Sordi. Ho comprato il libro per aiutare il bravo e buono Kureishi, fatelo anche voi. 
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