Piano Regolatore Letterario 

Venerdì 15 Agosto 2014, 12:45
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Il calcio e la letteratura italiana vivono in questi anni il momento peggiore, dominati dai numeri e dall’ossessione dei primati, perdendosi bellezza e irregolarità. Per fortuna, c’è ancora nel calcio gente come Zdenek Zeman«Se non immaginano palazzi e supermercati da costruire intorno allo stadio non sono contenti» – e nella letteratura Gianni Celati. Leggendo la sua intervista, uno si sente meno solo: «In Italia sembriamo diventati tutti quanti dei bravi soldatini. Qualunque ricerca di un orizzonte differente appare definitivamente macinata, ingoiata, metabolizzata». Poi, definitivo, sul modo di scegliere i libri: «Gli editori si lamentano perché i miei libri non vendono abbastanza. Vorrebbero da me un romanzo ben strutturato, ordinato e pulito, mentre al contrario a me piace sparpagliare le parole, accettare il loro disordine creativo. Mi piace partire da una certa vaghezza, dal sentito dire, per poi concentrami e ascoltare le più diverse voci: interne ed esterne. E recuperare così l'idea della letteratura come pensiero anonimo e collettivo». Invece, l’hanno trasformata in un piano regolatore. 

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