I rifiuti di Napoli, tra multe e tasse

Venerdì 28 Novembre 2014, 11:48
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Il Comune di Napoli, con un'ordinanza del sindaco Luigi de Magistris, ha stabilito che chi viene sorpreso a trafugare nei cassonetti, in cerca di rifiuti riciclabili, e chi questi rifiuti li rivende rischia una multa di 500 euro, lo stupefacente milione (in lire) che faceva risvegliare dal torpore il suocero del professor Bellavista di Luciano De Crescenzo. Sulla decisone di Palazzo San Giacomo si sono già scatenate polemiche condite di ironia e di sberleffi, riassumibili in una sola domanda: ma potranno mai quei poveracci che vivono di monnezza pagare una sanzione del genere? Sono soldi inesigibili da nullatenenti proliferanti ai margini della società.

L'ordinanza ha comunque il merito di sollevare un problema e di imboccare la strada della deterrenza, sebbene in ritardo. Un ritardo che viene da lontano, da quando quest'amministrazione non c'era ancora e il degrado umano e urbano era tollerato con pelose considerazioni caritatevoli. Temo, però, che la minaccia si risolverà in una bolla di sapone, in un effimero balbettio mediatico. 

La verità è che se la monnezza venisse smaltita civilmente, differenziata possibilmente, non ci sarebbe la possibilità di questi sudici commerci che, mannaggia la crisi, comunque danno da vivere alla corte dei miracoli soggiornante nelle centralissime periferie come la Ferrovia e 'Ncopp'e Mura. Con la sostanziosa tassa sui rifiuti pagata dai napoletani ci si aspetterebbe che le strade fossero passate e lucidate con la cera ogni mattina. Invece, siamo costantemente sotto la dannata spada di Damocle di una fallout di sistema.

Però, visto che, sebbene sotto il velo della propaganda politica a buon mercato, si è scelta la strada maestra del decoro cittadino, perché non si decreta una pesante sanzione pure per chi imbratta i monumenti? In tutto il Centro Antico non se ne salva uno. Tanto che, per far risplendere del suo bianco il povero Dante nella piazza omonima, s'è dovuto imprigionare statua e piedistallo in una inferriata purgatoriale.

Rintracciare i vandali, gli zozzoni, gli ultrà fuorigiooco e gli innamorati analfabeti di grammatica, di bellezza e di sentimenti, è spesso molto facile. Lasciano la firma, qualche volta persino il numero di telefono. Senza contare chi attacca materiale pubblicitario che in pratica vuole essere trovato. Eppure a tutta questa indecenza, a tutta questa zella gratuita che produce sporcizia inutile senza nemmeno il fragile merito di consentire la sopravvivenza di qualche indigente, a tutto questo obbrobrio non si dedica mai un pensiero, un fremito, un'ordinanza foss'anche capace di produrre soltanto un titolo di giornale.
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