La neve a Napoli: prima bianca, poi nera

Mercoledì 31 Dicembre 2014, 08:25
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Sono stati dei fiocchetti timidi, all'inizio. Nevischio fluttuante che non riusciva ad attaccarsi ai bàsoli e all'asfalto. Poi, ci siamo svegliati con qualche tetto e qualche terrazzo scintillante di ghiaccio. Ma a noi napoletani, in certe occasioni, fa piacere esagerare. In alcune zone della città, quelle più vicine al mare, per vedere la neve bisognava fare molta attenzione e sperare nel freddo. Un atto di fede, insomma. Ma è stato bello pensare che Napoli s'imbiancasse come in una fiaba di Andersen, che potesse nevicare nell'intera città e non solo sul Vesuvio o ai Camaldoli o a San Martino. Magari si comincia dalla neve e si diventa un poco scandinavi, più seri, più ordinati. Senza perdere la nostra solarità, però. Ricordo un elzeviro scritto da Domenico Rea per "Il Mattino", nei primi anni Ottanta, quando nevicò bello pesante. Il grande Mimì sintetizzava il nostro atteggiamento verso la neve in quattro parole: "Prima bianca, poi nera". Se davvero nevicasse non riusciremmo mai a goderci fino in fondo questo candido mantello, trasformeremmo la meraviglia in tragedia, da bianco a nero. Dopo un quarto d'ora di stupore e allegria infantili, non essendo attrezzati, con l'aqua che si è ghiacciata nei tubi (come è davvero avvenuto in alcune zone della città), con il ghiaccio sulle buche stradali che fa fatica a sciogliersi e diventa assassino, con gli inevitabili disagi minimi e massimi, smadonerremmo contro tutti e tutto: 'Sta neve 'e chi l'e bbivo!
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