De Luca: ritorno al futuro?

Lunedì 2 Marzo 2015, 11:14
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La buona notizia è che, comunque, vada il tormentone surreale delle primarie del PD è finito. Ed è il sintomo di quello che sta succedendo al partito che non è solo più grande ma anche l'unico (praticamente) rimasto su piazza. La "sindrome del monopolista", l'idea che essere candidati del PD è quasi garanzia di vittoria per assenza di avversari (in effetti, ormai il 70% dei sindaci, dei governatori e, presto, con la nuova legge, dei parlamentari è del PD) ha l'effetto perverso di portare lo scontro dall'esterno all'interno del Partito, con lotte fratricide in grado di paralizzare tutto.

Saviano ha ragione quando dice che le primarie non funzionano più; ha però torto quando invita a non votare perchè ciò rende le primarie ancora meno funzionanti  e controllate. Laddove l'invito a regolare le primarie va fatto non ai dirigenti del PD locale, ma a quelli che a livello nazionale lavorano alle nuove leggi elettorali.

Nello specifico, poi, è altrettanto vero che De Luca, come dice Saviano, non è una novità: ha fatto il sindaco di Salerno per quindici degli ultimi vent'anni e, tuttavia, c'è anche da chiedersi dov'è la società civile che Saviano rappresenta e dalla quale dovrebbe arrivare la novità; quali sono le alternative a De Luca in un territorio disertificato dalla fuga di quasi tutti i suoi giovani più preparati.

De Luca è persona controversa ma il consenso che i suoi cittadini gli hanno confermato in quattro ri elezioni, i dati sulla raccolta riciclata, il decoro di Salerno (rispetto ad altre situazioni degradate), gli esiti dei processi che non potevano non coinvolgere uno che ha fatto il Sindaco per 15 anni in Campania e la volontà di rinunciare alle prescrizioni per arrivare alle assoluzioni, dicono che il sindaco di Salerno può essere una base dalla quale ripartire. Ripartire cominciando, si spera, a creare attorno a De Luca una squadra di persone nuove e determinate.

Certo aldilà di tutte le analisi conteranno, in caso di vittoria, i fatti.

La Regione Campania sta letteralmente uscendo dal mondo, mentre a fatica nel mondo ci sta tornando l'Italia. La sanità, i fondi strutturali sono patate bollenti. Tanto bollenti che il nuovo governatore rischia di arrivare in stanze dove non ci sono più bottoni. Dove non ci sono più soldi ma debiti e contenziosi. Da questo momento, in poi, è indispensabile che il confronto (anche questo non nuovo) tra Caldoro e De Luca sia tutto sui fatti. Serio quanto seria è la situazione da affrontare.


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