Un affresco nascosto nel duomo
del borgo di Casertavecchia

Un affresco nascosto nel duomo del borgo di Casertavecchia
di Mariamichela Formisano
Domenica 18 Agosto 2019, 14:30
3 Minuti di Lettura
È una scoperta straordinaria quella che cambierà per sempre la lettura della storia e delle testimonianze artistiche presenti nella Cattedrale di Casertavecchia, monumento già ritenuto tra i più significativi dell'architettura romanica dell'Italia meridionale. Perchè mai nessuno prima d'oggi aveva neanche lontanamente ipotizzato che sotto la figura di San Michele Arcangelo, titolare della cattedrale, si nascondessero altri affreschi ancora più antichi. Un rinvenimento inaspettato che, a marzo scorso, ha lasciato basiti gli stessi addetti ai lavori della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento, intervenuti alla cattedrale di Casertavecchia per lavori di consolidamento e restauro alle pareti danneggiate da infiltrazioni d'acqua piovana dal tetto.
 
Un intervento di manutenzione straordinaria che, dal 2016, ha riguardato in particolare il manto di copertura, uno dei punti critici della fabbrica per effetto della particolare esposizione ai venti dominanti. Le infiltrazioni verificatesi negli ultimi anni in corrispondenza dell'attacco tra la copertura della navata laterale destra e l'adiacente torre campanaria, avevano sensibilmente peggiorato lo stato di conservazione degli intonaci della cappella del fonte battesimale al punto da compromettere la lettura dell'affresco, datato XIV secolo, presente sulla porzione sommitale della controparete laterale destra.

«Le operazioni di consolidamento e restauro della superficie affrescata della cappellina, iniziate a marzo di quest'anno sotto la sorveglianza e direzione di uno staff di funzionari della Soprintendenza - spiega la direttrice dei lavori Amalia Gioia - hanno permesso alla figura del San Michele Arcangelo di riemergere con i particolari e i dettagli, ritenuti ormai persi, di angelo psicagogo, come la bilancia posta nella mano destra». Ma è stata l'esecuzione di tasselli di pulitura sulla porzione di intonaco polverizzato basamentale a dare al cantiere carattere di eccezionalità. Le tassellature, infatti, hanno consentito di riportare alla luce sul registro inferiore della parete una scena inedita raffigurante la morte di un prelato, verosimilmente un vescovo, deposto su un catafalco e attorniato da un corteo composto da figure maschili. Un dettaglio iconografico particolarmente rilevante, ancora da decifrare a pieno, è offerto dalla presenza di uno scheletro adagiato entro una tomba nel registro superiore.

«Malgrado le ampie aree lacunose, localizzate nella parte alta delle figure, tutte acefale ad eccezione di una, - sottolinea l'architetto Gioia che lavora al cantiere di Casertavecchia insieme ai colleghi Gennaro Leva, Oreste Graziano, Paola Coniglio, e Italo Mustone - nel complesso la qualità delle pitture superstiti è pienamente riconoscibile e si manifesta nella caratterizzazione dei tratti somatici, che emerge, ad esempio, nell'unico volto conservato, ossia quello dell'uomo all'estrema sinistra della raffigurazione, oltre che nelle mani dei componenti del corteo funebre, le cui ombre sono ottenute con ampie pennellate colorate, dal rosso al nero».

I caratteri dell'affresco, spiegano dalla Soprintendenza guidata da Salvatore Buonomo, consentono di anticipare la campagna pittorica della cappella, convenzionalmente datata dagli studi di settore al Trecento, rivelando nuovi aspetti e nuove stimolanti prospettive che ampliano la conoscenza della Cattedrale di Casertavecchia e ne sottolineano la singolare importanza sul piano sia storico che artistico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA