Agguato ai nigeriani: la pista
dello «sgarro» per la piazza di spaccio

Agguato ai nigeriani: la pista dello «sgarro» per la piazza di spaccio
di Mary Liguori
Mercoledì 16 Settembre 2020, 08:25
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La prima svolta è arrivata in nottata quando i carabinieri di Mondragone hanno rintracciato, fuori regione, l'uomo scampato giovedì pomeriggio alla mattanza di via Brescia. Quando il killer ha fatto fuoco in quella casa di Castel Volturno che il fuggitivo condivideva con due connazionali nigeriani, lui è stato l'unico a uscirne illeso. Gli altri due, Joe e Desmond, sono stati centrati dai proiettili: uno è morto, l'altro è rimasto ferito alle gambe. Il terzo uomo, invece, è scappato e ha portato con sé ciò che avrebbe poi innescato il raid di morte. Un discreto quantitativo di droga, quello che - presumibilmente - era contenuto nella busta che Desmond, il sopravvissuto, ha raccontato essere stata «trovata» sui campi dove tutti e tre lavoravano come braccianti. Ma forse anche quella del «ritrovamento» è una storia poco coerente. Forse, invece, quella busta uno dei tre nigeriani l'ha rubata e, ancora, può essere, voleva metter su un giro di spaccio «indipendente» dall'uomo che oggi è ricercato per la sparatoria e per la morte di Joe. Il nigeriano scampato all'agguato e trovato dai carabinieri fuori dai confini della Campania è stato arrestato per il possesso degli stupefacenti. A breve sarà interrogato dai pm della Dda di Napoli.

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IL KILLER
Le indagini su quanto accaduto la settimana scorsa in quella casa di via Brescia sono infatti coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia sin dalle ore immediatamente successive i fatti. Ma da qualche giorno non sono più i soli carabinieri di Caserta delegati alle ricerche dell'assassino, al lavoro ci sono anche i militari del comando provinciale di Napoli. Il motivo? Pare che chi ha fatto fuoco uccidendo un trentenne e ferendone un altro sia un napoletano residente nella zona dei quartieri occidentali e che, ancora, per quanto non risulti affiliato, sia vicino alla criminalità organizzata. Metodo mafioso, dunque, ma anche personaggi orbitanti nella sfera della camorra: sono queste le motivazioni che hanno spinto la Dda di Napoli a indirizzare le indagini su una pista che mira a rintracciare il killer, ma anche a inquadrare il vero movente di quello che poteva essere un massacro.

IL GIALLO DELLA BUSTA
Come detto, a scatenare la furia omicida sarebbe stato uno «sgarro» commesso da parte di uno dei tre nigeriani. Si è impossessato di una busta che pare contenesse droga e forse anche armi e che abbia avuto l'ardire di chiedere al «legittimo» proprietario della roba soldi per restituirgli il maltolto. Duemila euro, questa la cifra che il nigeriano aveva calcolato di ricavare dalla singolare estorsione, invece ha rimediato una pioggia di piombo che ha ucciso Joe che pare fosse del tutto estraneo alle vicende illecite che hanno portato alla sua morte. Ma anche la storia della richiesta del denaro appare, a questo punto, poco convincente. Come detto, gli investigatori valutano una seconda possibilità: quella che i nigeriani abbiano tentato di metter su un giro indipendente di droga e che, per questo motivo, uno di loro abbia pagato con la vita.

Ipotesi che sono al vaglio degli inquirenti mentre continua la caccia all'uomo.

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