Lavoratori delle pulizie dell'Asl di Caserta,
il sindacato: «Ridotti in schiavitù»

Lavoratori delle pulizie dell'Asl di Caserta, il sindacato: «Ridotti in schiavitù»
Venerdì 12 Novembre 2021, 13:31
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Nella giornata di ieri si è tenuto l’incontro in Prefettura con il Consorzio Csi, subentrante nella gestione delle pulizie e sanificazioni, l’Ente committente Asl di Caserta e le rappresentanze sindacali. Nel pomeriggio si è tenuta la riunione via web già convocata tra il sindacato conflittuale Sgb e il Consorzio Csi.

Entrambe le riunioni hanno avuto un esito negativo «con il Consorzio arroccato sulle proprie posizioni, deciso a proseguire le passate gestioni, che anzi si vogliono peggiorare con applicazioni di nuove pratiche vessatorie e discriminatorie, a vantaggio di gruppetti di lavoratori protetti da un sedicente sindacato di base, che in in realtà si muove come un classico sindacato giallo del padrone» si legge in una nota del Sgb.

Il Sindacato generale di base ha di nuovo richiamato l’attenzione sullo stato di questi lavoratori, ridotti «letteralmente alla fame grazie da accordi vergognosi sottoscritti dalle aziende uscenti dall’appalto e da sindacalisti disonesti che, in cambio di posti di lavoro per amici e parenti, hanno sottratto un terzo di orari e quindi di salari agli operai, il tutto garantito dal “sistema”».

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Il sindacato fa sapere che «proprio oggi i lavoratori hanno ricevuto i bonifici della prima mensilità: salari di fame imposti con nuovi trucchi e trucchetti, applicazioni di clausule capestro introdotte subdolamente nei contratti individuali, imposti sotto minaccia di non assunzione».

Il Sgb denuncia che con il nuovo appalto riemergono ed anzi si aggravano fatti e procedure di nuovo preoccupanti, in particolare: «l’appalto viene di nuovo gestito da più aziende, seppure riunite in consorzio, ma comunque dedite alla comoda pratica dello scaricabarile; allo stato non si ha neppure la certezza degli elenchi dei lavoratori in forza all’appalto, con dati incompleti (addirittura mancano le date di assunzioni), se non addirittura falsi, comprendendo lavoratori assunti con procedure illegittime, più propriamente illegali perché effetto di reati gravi (truffe ai danni dello Stato, infrazione della legislazione a difesa del diritto di sciopero, ecc.);  non si ha certezza del ruolo di garanzia dei dirigenti dell’Asl di Caserta (anche in un quadro di estrema indefinitezza degli attuali assetti istituzionali), in quanto Ente pubblico committente, e neppure della Regione, in ultima analisi Ente appaltante; parrebbe di nuovo confermata la struttura della macchina aziendale, confermando quei capi-area che Sgb non ha esitato a definire caporali, che sono stati appunto l’architrave del “sistema” di sfruttamento, di vessazioni, di vera e propria persecuzione e sottomissione dei lavoratori;  tutto questo avviene in uno stato di degrado in cui versano le strutture ospedaliere e distrettuali, quanto soprattutto ad igiene e sicurezza dei lavoratori e dei pazienti, laddove non si riesce neppure a garantire la separazione netta tra raccolta e trasporto dei rifiuti speciali ospedalieri e raccolta e trasporto dei rifiuti ordinari, così come prevedono le normative regionali, statali e comunitarie».

La rappresentanza prefettizia ha preso di nuovo atto della serietà, della gravità delle preoccupazioni espresse dal Sgb, che si è trasformato in un esito negativo del tentativo di composizione della vertenza, esito questa volta condiviso anche da Cgil-Cisl-Uil.

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Il Sgb richiama pure al ruolo di responsabilità di sindaci, amministrazioni ai vari livelli, organismi di controllo ed ispettivi, fino alla funzione fondamentale della Magistratura, soprattutto in un territorio in cui i poteri criminali organizzati infestano la vita civile. 

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