Colf e badanti, boom di assunzioni in provincia di Caserta grazie alla sanatoria del 2020. Il tasso di aumento dei lavoratori domestici è aumentato del triplo rispetto al dato nazionale, superando quota cinquemila unità. Ed è un trend che si manterrà in crescita nei prossimi anni, anzi di più: Terra di Lavoro farà registrare i numeri più alti in Italia per quanto riguarda le figure di supporto a famiglie e anziani, di pari passo con il progressivo invecchiamento della popolazione. Attenzione, però, al persistente tasso di irregolarità, calcolato al 70% anche in questo caso più alto del dato nazionale attestato al 57%. E' ricco di spunti il terzo Rapporto Annuale Lavoro Domestico, realizzato dall'Osservatorio Nazionale Domina sul Lavoro Domestico con la collaborazione scientifica della Fondazione Leone Moressa, che verrà presentato al Senato il prossimo 8 aprile.
Sono stati quasi mille in più i contratti di lavoro fra badanti e colf stipulati sulla spinta della sanatoria 2020.
Secondo il Rapporto, peraltro, è una situazione destinata a cambiare lentamente ma inesorabilmente. Secondo le proiezioni il trend si manterrà costante nel tempo, fino a rendere la nostra provincia, nel 2050, quella con il tasso più alto nell' incremento di badanti: ne saranno operative cinquemila, oltre il 136% in più del livello attuale segno di una popolazione in cui la fascia più anziana tenderà ad aumentare. In questa speciale graduatoria Caserta è seguita da Napoli, Olbia, Barletta e Cagliari. Complessivamente, nel 2020 le famiglie in Campania hanno speso circa 333 milioni per la retribuzione dei lavoratori domestici (stipendio, contributi, TFR), con una spesa media per famiglia di 6.105 euro. Il valore aggiunto prodotto da questa componente vale un miliardo. Ma è un dato sottostimato per la forte presenza di contratti in nero, come spiega Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina: «La forte presenza del nero, in Campania oltre il 70%, dimostra la necessità di una politica fiscale che vada incontro alle famiglie campane e dia la possibilità di regolarizzare i propri lavoratori domestici. Questo darebbe più diritti ai lavoratori e più sicurezza per la famiglia».
La nazionalità principale dei lavoratori è italiana (38,7%), seguita dall'Est Europa (32,4%) e dall'Asia (20,9). Le lavoratrici donne rappresentano l'81,9%. L'età media del lavoratore domestico è 47 anni mentre quella del datore di lavoro è di 60 anni. Riguardo alle settimane lavorate, si registra la maggioranza tra chi non ha completato l'anno lavorativo (63,5%), in pratica meno di 50 settimane. Il 12,3% dei lavoratori, infine, opera in convivenza con la famiglia datrice di lavoro domestico.