Le basole di Caserta: dalla moquette di Puccianiello al disastro e alle trappole in centro

Scempio sul corso e in piazza Vanvitelli

Le basole di Caserta
Le basole di Caserta
di Franco Tontoli
Lunedì 11 Marzo 2024, 09:03 - Ultimo agg. 10:45
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In via Amendola la rotonda antistante la chiesa del Santissimo Nome di Maria, accanto il bivio a forcella, a sinistra è via Concezione, a destra via Antonio Marino, la croce di ferro a ricordo della Missione dei Padri Passionisti fa da cuspide, il confine tra il centro urbano e la borgata Puccianiello è qui. E bisogna venirci, infilare via Concezione, percorrerla tutta in leggera salita fino in fondo, a destra si discende per via Antonio Marino, l'agente di polizia ucciso a Milano nell'aprile del 1973 durante moti terroristici.

Un paio di giri in auto lungo le due strade che cingono la contrada come una sciarpa, poi due passi dopo aver parcheggiato in via Della Valle, una trasversale che unisce le due strade più lunghe a metà del percorso.

Bella mattinata da domenica del villaggio per godere della pavimentazione in basolato lavico, una tappeto grigio, anzi una moquette, non un dislivello, non una sbavatura, un ruvido panno da biliardo, se lo gode all'altezza del giardinetto un piccione che zampetta sulla carreggiata incurante del cronista intruso, venuto a vedere cos'è una strada-strada, di una città-città ancorché borgata di periferia.

Se la gode, la pavimentazione un anziano che si aiuta con un bastoncino da passeggio, ne potrebbe fare a meno, qui non si inciampa, non si scivola, non c'è pericolo di finire in una buca come una palla del menzionato biliardo richiamato a paragone. Siete dei privilegiati, qui, anzi dei miracolati, lo sapete? Il saluto rivolto a un altro anziano che sosta alla porta del Circolo dell'Unione in piazza Trivio. «Almeno di questo non ci possiamo lamentare - risponde con una punta di orgoglio da puccianiellese doc - Da quando questa strada è stata ripavimentata, in pratica tutto il paese, non si è mossa una bàsola, e sono passati quasi cinque anni. Guardate anche qui, scendete nella traverse». Sono quelle di via Giardini, affluenti di via Concezione, anche qui basolato calmo, piatto, niente mosso. Incredibile per uno qualsiasi dei cittadini residenti al centro.

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Si torna con malinconia nella Caserta che è tutta una «striscia di Gaza», accostamento irriverente per una zona dove i guai sono veramente tali, ma è per rendere l'idea a quanti, per assuefazione, non ci fanno più caso. Il corso Trieste è tutto sbrindellato per quanto è lungo, e sono 980 metri. Da anni perdura il disastro all'incrocio con via Colombo e via Don Bosco, inciampi a volontà fino a piazza dante, anche nei pressi dei risibili dossi realizzati, sempre in basolato, per rallentare il traffico poi vietato, si fa per dire, dalla Ztl. Via San Giovanni e via Vico, un pianto. Via San Carlo, direzione piazza Duomo, il primo tratto con due avvallamenti, uno alla meglio rappezzato da qualche giorno e già cede, poco avanti un secondo si candida ad accogliere auto in sprofondamento. Come in via Crispo, nello stesso quadrato dove l'anno scorso sprofondò un autocarro, un arcipelago di bàsole sistemate con la ricotta è pronto a concedere il bis. Il percorso che fa da circonferenza a piazza Vanvitelli, a cominciare dalle bàsole chiare genialmente alternate alle scure per far da strisce pedonali, è tutto un traballamento. E dire che siamo nella piazza su cui affacciano i palazzi del Comune, della prefettura e della Questura.

Lungo le strade d'asfalto disastrate s'è perso il conto delle buche segnalate, di quelle rappezzate alla meglio, di quelle sfuggite ai soccorritori con badile e bitume, sorvoliano, qui ci occupiamo di sole vie basolate. Alla prima rientranza di via Borsellino, spazio per bancarellari di fuochi natalizi, da mesi giace una riserva di bàsole rimosse chissà dove. A questo giacimento dal valore aureo si può attingere dove c'è necessità di pronto soccorso.

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