Business delle ricette, annullati i domiciliari
alla segretaria del laboratorio Corvino

Business delle ricette, annullati i domiciliari alla segretaria del laboratorio Corvino
di Biagio Salvati
Domenica 15 Marzo 2020, 11:00
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Prime decisioni del gip sulle istanze di scarcerazione presentate dai difensori nell'ambito dell'inchiesta sullo «scandalo Sanità» sfociato in 17 misure cautelari lo scorso 4 marzo che hanno colpito, tra gli altri, il re dei laboratori clinici Pasquale Corvino e l'editore Pasquale Piccirillo.

È libera, dopo l'annullamento degli arresti domiciliari, Raffaella De Sivo la segretaria del centro di analisi Minerva, infatti, che era finita nell'inchiesta per essere stata la presunta esecutrice (ma inconsapevole) della registrazione del giro di ricette che arrivavano dal collaboratore di Corvino (Pietro Schiavone) con la complicità degli altri medici massimalisti. La giovane donna alla quale il gip Rosaria Dello Stritto ha revocato la misura domiciliare, è difesa dall'avvocato Mariano Omarto: il legale attende però anche la fissazione del Tribunale del Riesame in quanto per la sua assistita non ritiene sussistente la sua partecipazione all'associazione a delinquere contestata dall'accusa.

Sostituita anche la misura cautelare per Laura Iuliano che insieme alla De Sivo e agli altri arrestati Domenico Marrone e Costantino Cantelli avevano risposto alle domande del gip durante gli interrogatori riferendo, a difesa, la propria versione dei fatti. Si attende, intanto, la decisione del Riesame per l'istanza di scarcerazione presentata da Pasquale Corvino, assistito dall'avvocato Massimo Garofalo. Il tribunale della Libertà dovrebbe decidere a breve anche sulle istanze presentate da Marrone e da altri dipendenti dell'Asl.

Domani è fissata anche l'udienza di Riesame per il dentista-editore Pasquale Piccirillo, detenuto a Belluno e difeso dall'avvocato Giovanni Cantelli. Piccirillo fu arrestato per il coinvolgimento di uno dei suoi studi dentistici, Sdp, restituitogli nell'ambito di una misura di prevenzione proprio pochi giorni prima dell'arresto in quanto gestito solo dalla moglie e da un altro socio: proprio il dissequestro del centro è stato un motivo di rigetto della scarcerazione in quanto secondo il gip, essendo stato dissequestrato, Piccirillo potrebbe reiterare il reato. Nel corso dell'interrogatorio di garanzia, invece, Corvino si era avvalso della facoltà di non rispondere, per quanto contestato dalla Procura che ipotizza con l'inchiesta una corruzione elettorale e una maxitruffa all'Asl.

Si erano avvalsi della facoltà i non rispondere anche altri due destinatari della misura in carcere: Maurizio Martucci (dipendente Asl) e Pietro Schiavone (collaboratore di Corvino. Stando a quanto scrive il gip Maria Rosaria Dello Stritto, Corvino e Piccirillo, per anni avrebbero truffato l'Asl facendosi rimborsare prestazioni mai eseguite con ricette false o intestate a pazienti deceduti. Il tutto sarebbe avvenuto con la complicità di due dipendenti dell'Asl e di tre medici di base: Domenico Barbato, Francesco Riccio ed Emilio Pardi Merola, con studi rispettivamente a San Nicola la Strada, Alvignano e Santa Maria Capua Vetere. L'indagine del Nas sulle truffe ai danni del Servizio Sanitario Nazionale è partita dopo una segnalazione del direttore generale dell'Asl di Caserta in merito a una spesa farmaceutica anomala generata da un medico di base di Castel Volturno che risultava quasi cinque volte superiore alla media nazionale: 808 euro a paziente rispetto a 167 euro di media per il resto del Paese.

L'indagine ha poi riguardato la presunta commercializzazione illecita di farmaci in direzione di Paesi non europei: le fustelle dei medicinali venivano apposte su false ricette in modo da ottenere il rimborso dal Ssn.
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