Capitano Ultimo ai ragazzi: «Da onesti si vince sempre»

Capitano Ultimo ai ragazzi: «Da onesti si vince sempre»
di Claudio Lombardi
Giovedì 19 Maggio 2022, 08:27
3 Minuti di Lettura

«Siete invincibile! Prendete il nostro Paese in mano. Siete voi il nostro Paese». L'incontro si è concluso con la dedica («Le cose belle non finiscono mai») su una gigantografia della celebre foto che ritrae i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma ciò che rimarrà nella mente e nel cuore dei ragazzi sarà la testimonianza di vita di un servitore della Stato, atipico e controcorrente.



Ieri mattina, l'istituto comprensivo di Macerata Campania, nell'auditorium della scuola «Giovanni Pascoli», in via Mazzini, ha ospitato il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, per tutti il Capitano Ultimo. Colui che, il 15 gennaio 1993, arrestò il capo dei capi di Cosa Nostra, Totò Riina. Dopo una breve introduzione del dirigente scolastico Antonio Palmieri, moderata da Maria Luisa Vitale, Ultimo ha risposto alle domande degli studenti: 15 spunti che gli hanno fornito l'occasione di stimolare il loro senso civico, l'autodeterminazione e i sentimenti dell'amore e della fratellanza. De Caprio, l'anti-eroe per antonomasia, ha tenuto una lectio magistralis sulla dimensione eroica delle persone comuni: «Fate sentire importanti i vostri genitori ha esordito , aiutateli ad essere buoni genitori; fate sentire importanti i vostri insegnanti, aiutateli ad essere buoni insegnanti. L'amore è l'unico motivo per il quale un soldato lascia tutto, va in posti sperduti e accetta di morire. Questo amore ci dà la forza di ribellarci a qualunque violenza, a qualunque prepotenza. Sentitevi importanti, unitevi, non c'è niente di più forte della vostra amicizia. Io e i miei uomini ha proseguito abbiamo combattuto contro nemici forti e abbiamo vinto. Ma non perché avevamo tante pistole, tante auto o tante telecamere, ma perché abbiamo praticato la fratellanza dei militari; non c'è cosa più grande. Noi, però, ormai siamo vecchi, siamo malati, spazzateci via». L'evento è stato organizzato in collaborazione con le associazioni «Federitalia» e «System defense academy security».

Nel pubblico, oltre agli studenti, c'erano, tra gli altri, il sindaco Stefano Cioffi, il suo vice Giovanni Battista Di Matteo, l'assessore Andrea Di Matteo, la dirigente dell'Ites «Leonardo da Vinci» di Santa Maria Capua Vetere Carmela Mascolo, l'ex comandante della polizia municipale di Macerata Stanislao Veccia, l'avvocato Romolo Vignola, Anna Russo e Lucia, moglie e figlia del compianto Baldassarre Nero, luogotenente dell'Arma e medaglia d'argento al valore, stroncato dal covid un anno fa. Con entrambe, prima di incontrare i ragazzi, Ultimo si è trattenuto, in privato, nell'ufficio di presidenza. Le manette a Riina lo hanno reso celebre tra gli italiani (e inviso agli apparati), ma l'arresto che ricorda con più nostalgia è di molti anni prima: «Mio papà ha rivelato era un maresciallo comandante di stazione. Un giorno, mentre stavamo camminando, abbiamo beccato un ladro che rubava benzina da una macchina. E quello è stato il mio primo arresto, il più importante di tutti, perché ero insieme al mio babbo. Sono nato da questi episodi marginali, quelli che, però, raccolgono i valori più grandi della mia storia da combattente». Ultimo viene dal nulla, allevato da carabinieri di basso grado, appuntati, brigadieri. «Mi hanno insegnato ha concluso il sacrificio che non paga: fare un lavoro, farlo bene, donarsi agli altri e quando l'hai fatto al costo della tua vita rischi di essere persino deriso. Però lo fai lo stesso, perché è giusto farlo».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA