Carcere Santa Maria Capua Vetere, 200 detenuti in più: ora sarà sciopero della fame

Recluso piange durante visione dei pestaggi

Associazioni al carcere
Associazioni al carcere
di Biagio Salvati
Martedì 16 Gennaio 2024, 08:17
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Uno sciopero della fame dal 23 gennaio prossimo per sensibilizzare l'opinione pubblica sul sovraffollamento delle carceri di cui ha parlato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Lo ha annunciato ieri, Rita Bernardini, presidente nazionale di "Nessuno tocchi Caino" all'esterno del penitenziario di Santa Maria Capua Vetere il terzo in Campania per sovraffollamento a margine di una visita nell'istituto che l'esponente dell'associazione ha svolto insieme ad avvocati di Santa Maria e Napoli nord, Garante regionale dei detenuti e rappresentanti di Movimento forense e Osservatorio carcere delle camere penali italiane. «Dobbiamo ribadire ancora una volta che c'è un disinteresse incredibile da parte della politica nazionale sulle carceri ha esordito Bernardini a nessuno importa il problema del sovraffollamento sul quale si è anche pronunciato il Presidente Mattarella senza successo».

Bernardini ha preannunciato uno sciopero della fame a oltranza dal 23 gennaio prossimo, insieme al deputato Roberto Giachetti, affinché la politica cominci a occuparsi di carcere.

Ma veniamo ai numeri: a ieri, nel carcere "Uccella" erano presenti 927 detenuti sui 717 posti disponibili con un surplus di 210 ospiti; stesso discorso per gli agenti penitenziari che sono sottodimensionati a 335 rispetto all'organico previsto di 470 unità. Per i 927 detenuti operano solo 6 educatori più un capo area ma dovrebbero essere 13, numero peraltro insufficiente. Si registrano ben 3 suicidi su un totale di 5 in tutta la Campania.

La delegazione ha visitato anche il compagno di cella del detenuto Nicola Baldascino morto per un edema polmonare, riscontrando che il 118 è arrivato dopo due ore. «È una situazione esplosiva - dichiara Alessandro Gargiulo, coordinatore del dipartimento carceri del Movimento Forense - siamo appena usciti da un carcere che esprime difficoltà enormi, dobbiamo prendere una decisione forte per far capire le difficoltà che vivono i detenuti, di cui parlava tanto affettuosamente Marco Pannella. Quello che è accaduto la settimana scorsa qui è soltanto un piccolo granello di sabbia, una storia brutta dai colori molto tristi». Il Garante dei detenuti, Samuele Ciambriello, ha parlato di «diritto alla salute e diritto alla vita più importanti degli altri, diritti compreso, quello alla sicurezza. Abbiamo ascoltato tante storie o i ritardi della magistratura. Tantissimi sono in custodia cautelare, troppe le persone che si lamentano della sanità. Accanto alla certezza della pena - conclude deve esserci la qualità della pena che passa attraverso il diritto alla salute, il diritto al lavoro, diritto allo studio».

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Per Gargiulo «a livello politico, in modo trasversale c'è una cultura "carcerocentrica" che va debellata. Non occorrono più carceri, ma vanno agevolate le liberazioni anticipate di detenuti che devono scontare pochi mesi; svuotare i penitenziari dai casi di tossicodipendenza e ricercare situazioni alternative o evitare l'abuso della custodia cautelare. Un plauso è andato alla direttrice e alla comandante della Polpen.

La delegazione era formata da "Nessuno tocchi Caino" (Rita Bernardini, Sergio D'Elia, Elisabetta Zamparutti); insieme al Garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello; all'avvocato Alessandro Gargiulo, coordinatore del dipartimento carceri del Movimento Forense, con il componente Vincenzo Improta; il presidente dell'Ordine degli avvocati di Napoli Nord, Gianluca Lauro con i consiglieri Rosa Cecere, Raffaele Costanzo e Maurizio Noviello; l'avvocatessa Anna Gargiulo, vicepresidente della Camera Penale di Napoli Nord; il presidente della Camera Penale di Santa Maria Capua Vetere, Alberto Martucci con l'avvocato Camillo Irace e l'avvocato del foro di Napoli nord, Fabio Della Corte in rappresentanza dell'Osservatorio carceri dell'Unione Camere Penali. Intanto, all'udienza sui pestaggi che si svolgeva proprio nell'aula bunker del carcere, uno dei testi Enzo Lionetti, ha avuto un malore nel rivedere il pestaggio che subì nel 2020, scoppiando anche in un pianto.
 

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