Santa Maria Capua Vetere: «Protesta in carcere danni da centomila euro»

Diversi i detenuti trasferiti fuori regione

Il carcere di Santa Maria Capua Vetere
Il carcere di Santa Maria Capua Vetere
di Biagio Salvati
Sabato 13 Gennaio 2024, 08:46
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Ammonta a quasi 100mila euro il danno ancora in corso di accertamento provocato dalla protesta della scorsa settimana nel carcere di Santa Maria Capua Vetere ad opera di alcuni detenuti facinorosi, che protestarono per "solidarizzare" con un detenuto al quale era stato negato di visitare il fratello in fin di vita in ospedale a Caserta. Il dato è stato fornito dai sindacati della polizia penitenziaria. Il detenuto, Luigi Nebbia, si lamentò con i colleghi del reparto per il rigetto del «permesso di necessità» del magistrato di Sorveglianza stimolando, a quanto pare anche involontariamente, alcuni reclusi che si trovavano nel reparto Volturno, trasferiti in quel padiglione momentaneamente a causa del sovraffollamento: nel penitenziario si contano 950 unità. Del sovraffollamento e del sottodimensionamento del numero di agenti, hanno parlato ieri dopo una visita ispettiva nella casa circondariale i segretari regionali di Osapp, Sinappe, Uil-Pa Polizia Penitenziaria, Uspp, Cisl-Fns e Cnpp.

Si è appreso anche dell'entità dei danni al piano terra del reparto dopo aver effettuato una visita per verificare condizioni lavorative dell'istituto, dopo le proteste del 4 gennaio.

Al momento sono già stati trasferiti in carceri fuori regione sette degli 11 detenuti, ritenuti tra i più facinorosi mentre resta in sede Nebbia che, non è escluso, potrebbe anche dare un contributo alle indagini sull'omicidio del fratello. I danni hanno interessato i locali del piano terra del reparto Volturno: la scuola detenuti, l'ufficio del capoposto, l'infermeria, la videosorveglianza, i vetri blindati agli ingressi, l'impianto elettrico e gli strumenti informatici. Il terzo piano non ha avuto danni e i 64 detenuti ristretti lì si sono solo barricati, mentre i poliziotti penitenziari in servizio non hanno subìto violenze.

Poi la denuncia: «L'istituto è sovraffollato al limite della capienza, tanto da compromettere sicurezza e trattamento. La sanità penitenziaria è insufficiente, pensiamo anche nella gestione di circa 20 utenti con patologie neuro-psichiatriche che andrebbero ricoverati nelle Rems. Va poi registrata la mancanza di personale di polizia penitenziaria. Agli agenti - aggiungono i sindacalisti - vengono soppressi i diritti soggettivi, congedi, riposi, con carichi di lavoro impossibili e viene loro preclusa la possibilità di rifocillarsi in mensa per mancanza di cambi. Solleciteremo i vertici del Dap e politici affinché vengano adottate contromisure idonee per restituire dignità e serenità ai poliziotti».

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Intanto, il sindacato Sappe ha annunciato ieri la morte di un detenuto, Nicola Baldascino, recluso in alta Sicurezza al reparto Tamigi e, peraltro, in passato molto attivo sui social. Per il Garante regionale dei detenuti, Samuele Ciambriello, «il diritto alla salute all'articolo 32 della Costituzione, sancito come diritto fondamentale, prevale sugli altri diritti, compreso quello della sicurezza, perché è il diritto alla vita». Il detenuto frequentava 3 volte a settimana il centro dialisi, ma ieri mattina poiché aveva la febbre, non è uscito per effettuare la dialisi. È stato due ore nell'infermeria del carcere, dove è stato monitorato dalle figure professionali presenti. Era un dializzato cronico. Lunedì Ciambriello sarà presente a Santa Maria in occasione di una visita organizzata su impulso del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Napoli Nord, con il presidente Gianluca Lauro; la presidente di Nessuno tocchi Caino, Rita Bernardini, Alessandro Gargiulo (coordinatore del Dipartimento Carceri del Movimento Forense), le Camere Penali di Santa Maria Capua Vetere (presidente Alberto Martucci) e di Napoli Nord (presidente Antonio Barbato). 

 

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