Santa Maria Capua Vetere: rivolta in carcere, in 15 si barricano per tre ore

La denuncia dei sindacati

Un frame delle passate violenze al carcere di Santa Maria Capua Vetere
Un frame delle passate violenze al carcere di Santa Maria Capua Vetere
Giovedì 4 Gennaio 2024, 16:52 - Ultimo agg. 20:50
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È stato un permesso negato ad un detenuto per andare a trovare il fratello in fin di vita in ospedale, a provocare forti momenti di tensione al carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove una quindicina di reclusi si sono barricati al terzo piano del reparto Volturno per quasi tre ore, danneggiando oggetti e arredi; la protesta è rientrata solo dopo l'arrivo del magistrato di sorveglianza e la conseguente trattativa. La vicenda è accaduta nella tarda mattinata di oggi, quando un detenuto del Volturno ha chiesto un permesso per andare a trovare in ospedale il fratello, in fin di vita dopo un agguato subito la notte di Capodanno nel rione Iacp di Santa Maria Capua Vetere.

Il magistrato ha chiesto del tempo per valutare la richiesta, il detenuto non voleva invece attendere e ha iniziato a protestare; quindi, intorno alle 13, ha coinvolto altri detenuti e tutti insieme si sono asserragliati al terzo piano del reparto, chiudendo le porte e impedendo agli agenti penitenziari di entrare.

Il gruppo ha provocato parecchi danni, fin quando verso le 15.30 è giunto il magistrato di sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere Marco Puglia, che con il vicedirettore del carcere Marco Casale ha iniziato la trattativa con i detenuti; dopo alcune decine di minuti la protesta è rientrata. Al detenuto che ha dato il via alle proteste il permesso non è stato ovviamente concesso: lui e gli altri reclusi che si sono barricati in sezione verranno ora trasferiti.

Gravissimi disordini, con detenuti che si sarebbero asserragliati in alcune sezioni detentive dopo averle vandalizzate e, sembrerebbe, aver temporaneamente trattenuto un paio di operatori del corpo di polizia penitenziaria, sarebbero in corso presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, già teatro in passato di gravissime vicende di cronaca. I disordini, stando alle ancora disarticolate notizie che pervengono, sarebbero da qualificare come vera e propria rivolta e interesserebbero l'intero reparto Volturno con circa 250 detenuti presenti». Lo rende noto, in un comunicato, Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.

«In questi minuti - riferisce De Fazio - la Polizia penitenziaria starebbe intervenendo per ripristinare l'ordine, anche con unità libere dal servizio e appositamente richiamate, e sul posto starebbero accorrendo varie autorità». «Nella speranza, per quanto abbastanza utopistica, che alla fine di tutto i danni siano solo materiali, ribadiamo che non bastano le parole e i buoni propositi», sottolinea ancora nella nota il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria Gennarino De Fazio secondo il quale «Bisogna passare ai provvedimenti concreti».

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«Servono - spiega - subito un decreto carceri che affronti l'emergenza deflazionando la densità detentiva e rinforzando tangibilmente gli organici della Polizia penitenziaria, mancanti di oltre 18mila unità, e un progetto di riforma complessiva del sistema d'esecuzione penale, con anche la reingegnerizzazione del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e la riorganizzazione del Corpo di polizia penitenziaria. Lo ribadiamo, il resto rischia di essere solo un palliativo, se non addirittura un placebo», conclude De Fazio.

«Apprendiamo che, grazie alla professionalità e all'inventiva del Reparto del Corpo di polizia penitenziaria e al tempestivo intervento del magistrato di sorveglianza, sono rientrati, dopo alcune ore, i gravissimi disordini di oggi pomeriggio presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere». Lo riferisce sempre Gennarino De Fazio,  in una nota. «La protesta dei detenuti pare sia originata dalla mancata concessione, a uno di loro, di un permesso per la partecipazione al funerale di un congiunto vittima di omicidio nel casertano», spiega il segretario della UILPA PP. «Per fortuna, stando alle notizie al momento di nostra conoscenza, non si sarebbero registrati gravi danni alle persone, mentre vi sarebbero intere sezioni detentive devastate tanto da esserne in dubbio la stessa abitabilità. Questa volta possiamo dire che è finita bene, ma temiamo che non potrà essere sermpre così. Il Governo e il Parlamento intervengano, prima che sia troppo tardi».

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