«Appalti pilotati», liberi Cappello e due imprenditori

Il Riesame annulla l'ordinanza cautelare del Gip

«Appalti pilotati», liberi Cappello e due imprenditori
«Appalti pilotati», liberi Cappello e due imprenditori
di Biagio Salvati
Sabato 25 Novembre 2023, 09:12
4 Minuti di Lettura

Tornano liberi - dopo due settimane dagli arresti - gli imprenditori Raffaele Pezzella e Tullio Iorio (che erano in carcere) e l'ingegnere Piero Cappello (che era ai domiciliari) nell'ambito di un'inchiesta della Dda dove erano ipotizzati a vario titolo, in concorso, i reati di turbativa d'asta e falso aggravati dall'attività camorristica nell'ambito di alcuni appalti pubblici da tre milioni di euro banditi dal Comune di Calvi Risorta. Il Riesame, su istanza dell'avvocato Giuseppe Stellato, legale degli indagati, ha annullato l'ordinanza cautelare del gip del tribunale di Napoli. Le motivazioni saranno note nei prossimi giorni: i giudici, si apprende, hanno valutato sia la necessità delle esigenze cautelari che sulla sussistenza degli indizi di colpevolezza (turbativa aggravata).

Pezzella, di Casal di Principe ma residente a Caserta, e Iorio, di San Cipriano d'Aversa e residente a Villa di Briano, sono accusati anche di avere eluso i controlli antimafia intestando fittiziamente ad altre persone, indagate nel procedimento, le quote societarie dell'impresa.

Cappello, originario di Piedimonte Matese, già presidente dell'Asi, secondo l'accusa con alcuni «magheggi» informatici sarebbe riuscito a far assegnare gli appalti alle imprese indicategli da Iorio e Pezzella agendo su una piattaforma dedicata (Asmel) e veicolando, in qualità di Rup, il sorteggio avvalendosi di un programma informatico che era stato denominato "quaderno di epidemiologia del professor Ezio Bottarelli" commettendo anche un falso ideologico.

Accuse che aveva rigettato davanti al gip durante l'interrogatorio e respinte anche nella tesi difensiva del legale presentata al Riesame.

Video

L'ingegnere, ieri mattina, è tornato anche sui social mutuando la frase che pronunciò il noto conduttore Enzo Tortora («dove eravamo rimasti?») al suo ritorno in tv, in quel caso dopo l'assoluzione della Cassazione. Cappello era stato sospeso anche dal Comune di Cesa dove dovrebbe tornare su decisione del segretario comunale, in quanto dopo la sospensione obbligatoria c'è anche una fase facoltativa. Nell'ordinanza, uno dei pilastri principali dell'accusa, è proprio una consulenza chiesta ad un esperto che ha relazionato in merito. La gara alterata, secondo la Dda, è quella per la riqualificazione della strada Casilina e del plesso scolastico Cales. Nell'ordinanza del gip compare - da non indagato - anche il nome del sindaco, Giovanni Lombardi, che avrebbe «promesso» uno degli appalti a una società, legata ai Verazzo ma è solo una ipotesi.

Oltre agli imprenditori Pezzella e Iorio a Cappello, figurano altre tre persone indagate. Si tratta di Carlo D'Amore, 45enne di Casapulla, Giuseppe Napoletano, 40enne di Casal di Principe, e Carmine Petrillo, 42enne di Caserta. Petrillo e D'Amore rispondono di intestazione fittizia di società (la Cgs e la Comed) mentre Napoletano risponde di riciclaggio (reato contestato anche a Petrillo). Secondo gli inquirenti, le somme delle società sarebbero state destinate in parte ad alimentare le casse del clan dei Casalesi.

L'indagine, scrive il gip nell'ordinanza di 155 pagine, ha avuto avvio dopo l'interrogatorio reso a ottobre del 2019 dal pentito Francesco Zagaria, detto Ciccio e Brezza condannato di recente nel processo a carico dell'ex sindaco di Capua e chirurgo Carmine Antropoli (assolto). Zagaria avrebbe accennato anche alcuni episodi corruttivi risalenti a 14 anni fa quando Cappello era presidente del Consorzio Asi di Caserta. Il pentito affermò che il professionista avrebbe favorito l'aggiudicazione di un appalto alla ditta dello stesso Zagaria in cambio di 40mila euro. Fatti mai accertati con accuse ma che fecero avviare le indagini con intercettazioni telefoniche ed altre attività per poi arrivare al caso di Calvi Risorta. Il gip poi snocciola la "storia criminale e giudiziaria di Pezzella e Iorio" per arrivare alla cucitura con la camorra valutando anche alcune assoluzioni comunque segnalate dal pm. Datati nel tempo anche i reati commessi dall'imprenditore Iorio, assolto in dopo un'inchiesta del 2011 su collusioni con i clan.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA