Caserta tra cantieri sparsi e buche,
percorso di guerra in città

Caserta tra cantieri sparsi e buche, percorso di guerra in città
di Franco Tontoli
Lunedì 15 Marzo 2021, 08:28 - Ultimo agg. 21:06
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«Lavori in corso», cartelli triangolari con il classico omino a spalare andrebbero messi alle strade di accesso in città, da oltre un mese si sono concentrati una serie di lavori di pubblica utilità su questo non c'è dubbio che ben si sarebbe potuto programmare per zone e per tempi. Tutto un percorso a zig-zag nelle vie interessate dall'interro delle linee della fibra ottica, fresatrici che incidono l'asfalto, le lunghe fistole poi ricoperte temporaneamente da bitume di color rosa, piste che richiamano quelle su sabbia e di ridotte dimensioni per il gioco delle biglie a fare il Giro d'Italia. 

In via Tescione, dal quadrivio di via Sardegna-via Labriola, la strada è bloccata da oltre una settimana per l'interro di tubi di grossa dimensione, probabilmente fognari, un passaggio ristretto è stato ricavato parallelo agli scavi che, a giudicare dai tubi ancora da interrare, dureranno ancora giorni con grave disagio per le auto e i mezzi di soccorso diretti all'ospedale. Il transito dal quadrivio è vietato, segnali di divieto ben visibili, frecce di direzione obbligata per Casagiove, assenti del tutto le indicazioni per raggiungere l'ospedale.

I mezzi di soccorso, segnalati acusticamente e ben riconoscibili ovviamente sono autorizzati al passaggio, resta il pericolo di impatto con auto in transito in senso contrario che non hanno spazio per la precedenza alle autoambulanze. Lavori importanti e necessari ma stante il collegamento con l'ospedale la strada la si sarebbe dovuta impegnare in tempi brevissimi, con raddoppio di turni di lavoro anche nei giorni festivi. Per gli accennati lavori di interramento delle linee per la fibra ottica c'è da confidare nel ripristino, previsto nei capitolati di appalto, della copertura definitiva delle lunghe fistole ora provvisoriamente in rosa con asfalto propriamente detto e ben sistemato e non con palate di bitume del tipo usato per la copertura di buche di cui le strade cittadine sono disseminate.


Segnalazioni quasi quotidiane, sporadici interventi, poche ore e il bitume si dissolve tutto anche per gli scosci di pioggia stagionali. Il record lo detiene via Gasparri, nove «tinozze» altro che buche, asfalto sbriciolato a fare da orlo per la delizia di pneumatici delle auto in transito. Se non c'è possibilità di ricoprirle per bene, le buche dovrebbero essere pitturate di bianco alla circonferenza, una segnalazione caritatevole per automobilisti che con adeguato slalom eviterebbero sofferenze anche agli ammortizzatori. Il suggerimento giusto per alleggerire il disappunto derivante dalla perdurante inattività dell'amministrazione comunale nel risolvere un problema annoso. Solito il ritornello sulla mancanza di fondi per i lavori che sono di non poca consistenza economica, ma sono anni che si studia se si studia e il problema non viene risolto se non con palliativi che costituiscono rimedio peggiore del male, come le richiamate coperture di bitume che si frantuma al primo passaggio di auto. Via Gasparri è nel pieno centro urbano, indirizza il traffico da piazza Vanvitelli al corso Trieste e da qui in via Battisti per il sottovia e l'uscita dalla città. Impensabile mantenerla ancora nelle miserevoli e sempre peggiori condizioni in cui si trova. Il traffico automobilistico notevolmente ridotto per le note restrizioni, evidenziava ieri mattina alcuni punti di grave sofferenza in strade del centro.

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In via Alois c'è un tratto di strada prossimo allo sprofondamento, considerevole l'avvallamento che si evince anche dal tratto di marciapiede, peraltro impegnato oltre che da vasi di fiori anche da una panchina, il cui cordolo per oltre due metri si sta defissando. Altra consistente concavità in viale Beneduce, individuabile allo stallo di parcheggio numero 2493, un segnale premonitore di sprofondamento da non sottovalutare. Agli avvallamenti si contrappongono pericolosissimi bozzi di asfalto sollevato dalle radici di pini ai marciapiedi del tratto di via Unità d'Italia tra gli accessi di via Roma e via Renella. Per non dire del disastratissimo tratto di raccordo che da Parco Aranci immette al sottovia per la strada variante per Maddaloni. Sobbalzi da paura, soprattutto di notte per l'inesistente illuminazione.

In questo elenco qualche altra perla: il basolato bianconero in piazza Vanvitelli, nei pressi di via Leonetti, è caratterizzato da uno «scalino» da tempo segnalato e regolarmente ignorato per un lavoro che è di somma urgenza per evitare capitombolo a malcapitati pedoni. E, al corso Trieste, poco prima del quadrivio di via Don Bosco-via Colombo, c'è un arcipelago di basoli traballanti da mesi in attesa di consolidamento.

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